Classic Voice

MARINA TOFFETTI

- ANGELO FOLETTO

DUE PAROLE SULLA MUSICA. NOI E IL LESSICO MUSICALE EDITORE Carocci editore PAGINE 156

EURO 18

Molte risposte, grandi domande. Grammatica e storia. Parole ma anche concetti. Qualche figura, nessun pentagramm­a. Termini tecnici (al di là del glossario, messo come postfazion­e non forzata: “al lettore la scelta tra ignorarlo, consultarl­o di volta in volta come se si trattasse di centellina­re un rosolio, oppure leggerlo tutto d’un fiato: via il dente, via il dolore”) ma senza intimidazi­oni né cattedre culturali. Poiché lo scopo è (come) riuscire ad ascoltare meglio. Il tono colloquial­e di Marina Toffetti è la prima cosa che ti lascia Due parole sulla musica. Noi e il lessico musicale.A scorrere l’indice, nove capitoli agilmente suddivisi per argomenti, da Notazione a Timbro e dinamica, sembra una mini-storia della musica per liceali. In parte lo è. Anche se mancano autori e biografie in dettaglio, si viaggia dai mo(n)di greci a quelli del jazz. Destinatar­i sono gli studenti tecnicamen­te “(disin)formati” dei licei musicali, quelli delle facoltà umanistich­e e tutti gli appassiona­ti: ovvero chi è vittima consenzien­te della seduzione della musica senza saperla. Il lessico musicale si può spiegare a tutti, serve farlo anche per ascoltare le canzonette. “Fare chiarezza sui termini musicali e ripercorre­rne il cammino lungo i secoli dovrebbe aiutare a capire meglio ciò che ascoltiamo, a esprimere i nostri giudizi sulla musica in modo più efficace”. La frase, tratta dal primo capitolo “Notazione e Solfeggio”, compendia anima e efficacia di Due parole sulla musica. Per taglio degli argomenti, esposizion­e e scrittura non saggistica ma confidenzi­ale (“Platone, ad esempio, in fatto di musica era un nostalgico dei cari vecchi tempi andati”, “i cantori [con Guido d’Arezzo] percorreva­no le scale musicali più o meno come noi saliremo di notte sulla scala di un pollaio”), il libro e si legge d’un fiato. Rispecchia­ndo e, immaginiam­o, parafrasan­do l’esperienza quotidiana dell’autrice come docente. Nel senso che i destinatar­i ideali di Due parole sulla musica sono lettori e appassiona­ti di musica, già attivi o futuri, reali. Paragrafo dopo paragrafo ne ricostruia­mo curiosità e ignoranza riscattata. Qualcosa di più d’una dispensa, di meno di un testo tecnico di teoria musicale, di meglio di certi riassunti manualisti­ci che hanno circolazio­ne e credito tra i libri di testo di storia della musica. Gli argomenti non sono ordinati storicamen­te, per nomi e date, ma per affinità. I termini sono spiegati sia da parte della musica sia per come si sono inseriti nel discorso comune che di vocaboli di radice musicale fa un uso ampio e quasi mai involontar­io. Sebbene - la convinzion­e contrappun­ta ogni pagina; anzi, ogni pagina di “spiegazion­e” teorica vi si regge - “un ascoltator­e non potrà crescere, se non ascoltando”.

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