Camille BUFFO
L’unica opera comica di Saint-Saëns entra nel repertorio di Palazzo Bru Zane
SAINT-SAËNS
PHRYNÉ
INTERPRETI F. Valiquette, A. Constans, T. Dolié, C. Dubois, F. Rougier, P. Bolleire
DIRETTORE Hervé Niquet
TEATRO Opéra de Rouen Normandie
★★★★
Dopo Samson et Dalila, l’opera più conosciuta, eseguita e forse amata mentre Saint-Saëns era ancora in vita fu Phryné, ultimata ad Algeri nel 1893 e rappresentata per la prima volta all’Opéra-Comique nello stesso anno. Accoglienza straordinaria anche da parte dei colleghi, da André Messager (“Mio Dio, quant’è delizioso questo vostro atto unico!”) a Charles Gounod (“Grazie per la tua deliziosa Phryné. La ascolterò con gli occhi dopo essermene inebriato con le orecchie, che sono gli occhi della musica”). Il successo convinse l’editore Durand a investire addirittura in una traduzione italiana e tedesca. “Chi voleva vedermi gioioso è stato accontentato”, disse l’autore a proposito di quella che rimase l’unica sua opera comica, attinta a un noto racconto greco: accusata di empietà di fronte all’Areopago, Frine venne spogliata dal suo avvocato Iperide, che voleva dimostrare come una bellezza simile non potesse mai essere colpevole in alcun modo. L’aneddoto, che tocca i tasti della lascivia senile, ebbe grande fortuna in ogni epoca perché era uno degli esempi classici di appello alla pietà fondato sulla vista e non sulla parola (anche il cinema italiano seppe tradurre in immagini, attualizzandola, la vicenda di Frine). Ecco perché c’è da augurarsi di vedere questa riscoperta di Palazzo Bru Zane anche in forma scenica (a Rouen si presentava in forma di concerto). La benemerita istituzione francese con sede a Venezia ne ha curato l’inedita versione coi recitativi di Messager nonché la prossima incisione in disco prevista per il 2022. Nonostante un libretto che poteva sembrare datato già a fine Ottocento, in 75 minuti di musica ci sono numeri musicali godibilissimi e un’ironia tutta francese che punta sempre a far sorridere con grazia lieve. Il coro del Concert Spirituel, la cui energia è pari alla qualità vocale esuberante, si conferma come spalla fondamentale della direzione sempre trascinante di Niquet.