La vertigine è un SOFFIO
Nono, Boulez e Berio per strumenti solisti insegnano a evitare i manierismi sterili
ARTE/SCIENZA
SOLISTI Marina Boselli, Sauro Belli, Arianna Granieri giardino del Goethe Institut ★★★★
Edizione numero 29 per Arte/Scienza, il Festival promosso dal Centro Ricerche Musicali. Se questa rassegna è imperdibile da sempre, per la felice ostinazione con cui indaga e declina il rapporto fra tecnologia e musica e per la vastità dello sguardo sul rapporto tra musica e società, il programma 2021, articolato tra luglio e settembre, si distingue per la molteplicità delle iniziative: concerti, masterclass, performance, video d’autore, la sensibile meraviglia dell’ascolto attraverso gli olofoni, schierati a semicerchio nel giardino del Goethe Institut di Roma, sede storica della manifestazione ed esempio di un rapporto felice tra istituzioni culturali di due diverse nazioni. Laura Bianchini e Michelangelo Lupone, fondatori e tuttora i responsabili del Crm, hanno deciso di imitare Giano e il suo sguardo bifronte: in avanti e all’indietro. Il loro “dietro” sono le avanguardie storiche, protagoniste del concerto di apertura, affidato per gran parte a giovani musicisti e agli allievi del Crm. La singolarità dell’impaginazione confermava quanto rare siano ormai le direzioni artistiche non ovvie. Quando Marina Boselli, uno scricciolo, è salita sul palco e ha imbracciato l’euphonium per eseguire Post-prae-ludium n 1 per Donau (1987) di Nono sembrava impossibile tirasse fuori da sé il fiato infinito necessario per inabissarsi in questa vertigine estrema del maestro veneziano. Vertigine di pensiero e memorie, vertigine di virtuosismo nell’incalzare di suoni/soffi e di dinamiche, di rifrazioni e ascolti di sé da parte del suono. Questo lavoro è il parallelo, per strumento a fiato, di quanto …sofferte onde serene … rappresenta per la tastiera. Dialogue de l’ombre double (1985) è un’altra immersione nella classicità del Novecento. Boulez - Sauro Berti impeccabile clarinettista e performer, alto, elegante nel voluto old fashion - non possiede la dimensione poetica di Nono, ma sa come creare una drammaturgia di ascolto/risposta tra strumento e tecnologia elettroacustica, due personaggi che entrano in scena sullo stesso palcoscenico. Il lavoro è dedicato a Luciano Berio, la cui irriducibile attrazione per la fisicità del suono - non è mai stato interessato all’indagine (per alcuni diventata poi sterile esercizio) del confine suono-silenzio - emerge anche in Rounds, per pianoforte. Arianna Granieri ne è stata attenta interprete, come anche per Guero di Lachenmann e Proiezioni sonore di Evangelisti, interni a una più limitata dimensione sperimentale, ormai storicizzata. Un concerto, cinque storie diverse. Una strategia da festival.