Il dissoluto PENTITO
Alle Festwochen der Alte Musik di Innsbruck brilla la riscoperta di un capolavoro dimenticato del barocco italiano
INNSBRUCK PASQUINI
IDALMA
INTERPRETI A. Vendittelli, M. M. Sala, R. Charlesworth, J. Sancho, R. Cavalluzzi, M. Pearse, A. Rosati,
DIRETTORE Alessandro De Marchi
REGIA Alessandra Premoli
TEATRO Haus der Musik ★★★★
Nella quarantacinquesima edizione della kermesse austriaca, spicca la ripresa di un capolavoro della commedia per musica del Seicento: Idalma di Bernardo Pasquini. L’opera, andata in scena per la prima volta al teatro Capranica di Roma nel carnevale 1680, porta in scena le vicende di un Don Giovanni romano (Lindoro) che seduce una giovane nobildonna (Idalma), abbandonandola per riconquistare un sua ex fiamma (Irene) moglie di nobiluomo (Celindo). Di qui le peripezie che si concludono felicemente quando Lindoro accetta di sposare Idalma e Irene dimostra la propria onestà al marito. La vivacità della trama trova riscontro nell’esuberanza e nella densità della scrittura musicale. La partitura asseconda una gamma di sentimenti che emergono da recitativi di particolare espressività e mai banali, da brevi ma vivaci concertati, e da arie ora briose ora patetiche spesso caratterizzate da un virtuosismo non inferiore a quello di un dramma per musica di genere eroico. Semplice ma carica di significati la messa in scena nella sala grande della Haus der Musik di Innsbruck, firmata dalla regista Alessandra Premoli. L’azione è in un antico appartamento in corso di restauro, in cui sono al lavoro un’architetta e due operai. I personaggi della commedia, come fantasmi, recitano e cantano in abiti secenteschi senza però essere visti dai tre, ma lasciando tracce tangibili del loro passaggio. Energica e sicura la direzione di Alessandro De Marchi,
che ha riproposto l’impegnativa partitura senza un solo taglio e orchestrando la parte del continuo con quasi tutti gli strumenti d’accompagnamento dell’epoca. Difficile poter fare una graduatoria di merito fra i cantanti: Arianna Vendittelli (Idalma), Margherita Maria Sala (Irene), Rupert Charlesworth (Lindoro), Juan Sancho (Celindo), Morgan Pearse (Almiro), Anita Rosati (Dorillo) e Rocco Cavalluzzi (basso). Tutti si distinguono per la disinvoltura con cui affrontano parti estremamente impegnative, sia nell’agilità sia nell’espressività, per l’ottima dizione (anche dei non italofoni) e per la presenza scenica. Prova ne sia che, dopo oltre quattro ore di musica il folto pubblico ha tributato un lungo e meritatissimo applauso a tutti gli artisti.