STUPRO stilizzato
L’opera da camera di Britten con una regia astratta
SPOLETO BRITTEN
THE RAPE OF LUCRETIA DIRETTORE S. Percacciolo REGIA, SCENE, COSTUMI Giorgina Pi
TEATRO Caio Melisso ★★★★
Quest’anno il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto ha dovuto rimandare la novità assoluta che era prevista e la ha sostituita con una proposta intelligente e abbastanza rara (non solo in Italia), The Rape of Lucretia (Lo stupro di Lucrezia) di Britten, la sua prima opera da camera, composta per Glyndebourne nel 1946, subito dopo il Peter Grimes. La nuova esperienza di un’opera del massimo impegno con organici limitati (8 voci e 13 strumentisti) fu per Britten importante e la qualità della musica è degna della maturità che aveva raggiunto (colpisce fra l’altro la flessibilità del rapporto recitativo-aria, il sapiente uso a fini drammatici di forme rigorose, la straordinaria ricchezza di situazioni sonore tratte dall’essenziale organico): la minor fortuna di The Rape of Lucretia si deve probabilmente a qualche limite del testo di Ronald Duncan. In ogni caso richiede a tutti un forte impegno, che i giovani cantanti del Teatro Lirico Sperimentale e i musicisti dell’ensemble della casa hanno saputo affrontare con un lavoro di preparazione molto accurato, sotto la guida sicura e intelligente del direttore Salvatore Percacciolo, nonostante le difficoltà create dall’obbligo del distanziamento: nel minuscolo Teatro Caio Melisso i fiati si sono dovuti collocare nei palchi, e il pianoforte in scena. L’essenziale allestimento scenico, la regia e i costumi (moderni) erano di Giorgina Pi, che alla sua prima esperienza musicale si è attenuta a una comprensibile cautela, avvalendosi con intelligenza anche dei video di Bluemotion, con scelte di condivisibile antinaturalismo talvolta stilizzato all’estremo. Alla guerra maschile la regista contrappone il valore della solidarietà femminile e della attività di tessitura di Lucrezia, Bianca e Lucia, e si spinge a rivendicarlo nel gesto finale, facendo tornare Lucrezia al telaio dopo il suicidio. Nei ruoli fondamentali dei due solisti che fungono da coro si sono disimpegnati bene il tenore Nicola Di Filippo e il mezzosoprano Chiara Boccabella.