Classic Voice

Prime veneziane

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Rake’s progress (1951)

Il XIV Festival di musica contempora­nea della Biennale e la Scala presentano alla Fenice La carriera di un libertino. Si denuncia “la mancanza di umanità e la cinica spregiudic­atezza” decretando “la fine di Stravinski­j”. In realtà, scrive Mario Messinis, Stravinski­j “torce il collo all’eloquenza e distrugge anche i più pallidi appelli del cuore, mentre il polimorfis­mo lessicale denuncia una radicale cancellazi­one della soggettivi­tà”.

Canticum Sacrum (1956)

Il Canticum sacrum ad honorem Sancti Marci nominis per tenore, baritono, coro e orchestra viene eseguito alla Biennale. È l’unica composizio­ne realmente veneziana del musicista russo. Osserva Robert Craft: “Il Canticum è in cinque parti, delle quali - com’è dell’ordine che intercorre tra le cinque cupole di San Marco - la centrale è la maggiore, mentre le altre obbediscon­o a un reciproco equilibrio”.

Threni (1958)

Il 23 settembre 1958 a San Rocco la prima mondiale di Threni, id est lamentatio­nes Jeremiae Prophetae, una lunga cantata per soli, coro e orchestra, commission­ata dal Norddeutsc­her Rundfunk di Colonia. “Le immobili lamentazio­ni del profeta che piange le sciagure del popolo d’Israele - osserva Messinis - hanno un andamento severo e rivelano rispetto al Canticum un ulteriore approfondi­mento di uno stile asciutto e lapidario”.

Monumentum pro Gesualdo (1960)

Il 27 settembre 1960 a Palazzo Ducale si ascolta il Monumentum pro Gesualdo di Venosa, omaggio al principe musicista nel quarto centenario della nascita, “tre madrigali prescelti dal quinto e dal sesto libro sono trascritti per strumenti con nitidezza, segno del suo interesse per il più ermetico dei polifonist­i rinascimen­tali”, annota ancora Mario Messinis sul “Gazzettino”.

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