Medea SENZA mito
Ridotto a una casalinga disperata, il personaggio epico non decolla
MAYR
MEDEA IN CORINTO
INTERPRETI C. Remigio, J. F. Gatell, M. Torbidoni, M. Angelini, R. Lorenzi, C. Di Tonno, M. Nardis
DIRETTORE Jonathan Brandani
REGIA Francesco Micheli scene Edoardo Sanchi
ORCHESTRA e coro Donizetti Opera
TEATRO Sociale
★★★
Fin dalla prima rappresentazione a Napoli nel 1813 Medea in Corinto fu considerata una delle opere più importanti di Mayr, e le qualità del libretto del giovane Felice Romani, la ricchezza della scrittura orchestrale, la varietà, ampiezza e complessità delle strutture formali, la sontuosa scrittura vocale con parti di enorme impegno per la protagonista, ma anche per due tenori e per Creusa, hanno suscitato grande interesse ad ogni ripresa moderna: quella del Festival Donizetti inoltre faceva conoscere per la prima volta i significativi mutamenti della versione che Mayr ne aveva fatto per il Teatro Sociale di Bergamo nel 1821. Una proposta dunque di indiscutibile rilievo, affidata a un direttore esperto e consapevole, Jonathan Brandani, con una grande protagonista e una compagnia ben calibrata. Purtroppo alla prima l’orchestra sembrava non impegnarsi al meglio, il coro (solo maschile), disposto per necessità nei palchi laterali, creava qualche problema all’insieme e la regia rendeva arduo concentrarsi sulle qualità della musica. Le rispettavano Carmela Remigio, magnifica protagonista, di rara intensità e autorevolezza, Juan Francisco Gatell, sicuro Giasone, Michele Angelini, Egeo (che, come in Corneille, non ha un ruolo secondario), Marta Torbidoni (Creusa) e tutti gli altri. Francesco Micheli ha grandi meriti come direttore del Festival e dispiace dissentire radicalmente dal suo spettacolo sovraccarico di controscene e azioni moltiplicate, che per raccontare la storia dal punto di vista del dolore dei figli (assenti tra i personaggi dell’opera), pretende di interpretare in chiave metaforica e cancella il testo cantato e le atrocità della vendetta di Medea, riducendola a casalinga disperata, con uno stolido marito, che alla fine si ritrova solo perché Medea se ne va con i figli, e Creusa se ne era già ritornata con Egeo (il fidanzato precedente), convinta da un dono di lui, un vestitino appositamente cucito dalla rivale sul tavolo della squallida cucina.