À SA GUITARE
CONTROTENORE Philippe
Jaroussky
CHITARRA Thibaut Garcia CD Erato 019029005702 ★★★★★
Alla rottura dei cari schemi consolidati ognuno reagisce con la propria sensibilità. Personalmente, sono sempre stato un godereccio e con la vecchiaia non cambio certo opinione, semmai il contrario. E quindi questo recital mi è piaciuto moltissimo.
Thibaut Garcia suona la chitarra da padreterno, e scrive delle trascrizioni quanto mai egregie, quantunque le più scabrose le lasci a David Jacques (che se la cava, diciamo: Erlkönig e Abendempfindung sono brutte bestie da volgere in chitarra), concedendosi come solista una Cumparsita tra le più travolgenti che mi sia capitato d’ascoltare. Sappiamo ormai che artista sia Jaroussky: voce angelica, musicalità sopraffina, fraseggiatore più raffinato che fantasioso. Appunto quest’ultima caratteristica penalizza un po’ il recital, a mio avviso: ci sarebbe voluto più sprezzo del pericolo, più volteggio in aria senza rete. Le tre voci di Erlkönig sono cercate, ma restano una sola, e per giunta la “reverenza e tema” mi pare eccessiva, data anche l’agogica così rilassata. “Nel cor più non mi sento” della Molinara di Paisiello sarebbe un duetto (eh, la memoria dell’anziano frequentatore della milanese Piccola Scala, che al solo nominarla ha davanti Sciutti
e Bruscantini, quest’ultimo in veste di notaio col suo fantasmagorico “in me fan guerra l’inchiostro e la farina”…), nonostante il Parisotti l’abbia inclusa nella sua fin troppo celebre raccolta per voce sola: ma comunque, farne un pezzo grottesco non mi pare una gran bella idea. Senza confronto meglio i brani più scopertamente melodici, ambito più naturalmente consono al timbro e alla sensibilità interpretativa di Jaroussky: la riverniciatura da canto sulla spiaggia tutti in cerchio accanto a un fuoco con la chitarra che suona al tramonto funziona benissimo, persino i “Tanti palpiti” rossiniani hanno una fragranza accattivante alternandosi a canzoni (September di Barbara è un gioiello), a Purcell, Fauré, Dowland, Granados, Caccini (Francesca), Poulenc. I puristi storceranno schifati il naso (già un controtenore che canta Rossini è anatema: in teatro magari no, ma in recital perché no?): vabbè, peggio per loro.