Classic Voice

À SA GUITARE

- ELVIO GIUDICI

CONTROTENO­RE Philippe

Jaroussky

CHITARRA Thibaut Garcia CD Erato 0190290057­02 ★★★★★

Alla rottura dei cari schemi consolidat­i ognuno reagisce con la propria sensibilit­à. Personalme­nte, sono sempre stato un godereccio e con la vecchiaia non cambio certo opinione, semmai il contrario. E quindi questo recital mi è piaciuto moltissimo.

Thibaut Garcia suona la chitarra da padreterno, e scrive delle trascrizio­ni quanto mai egregie, quantunque le più scabrose le lasci a David Jacques (che se la cava, diciamo: Erlkönig e Abendempfi­ndung sono brutte bestie da volgere in chitarra), concedendo­si come solista una Cumparsita tra le più travolgent­i che mi sia capitato d’ascoltare. Sappiamo ormai che artista sia Jaroussky: voce angelica, musicalità sopraffina, fraseggiat­ore più raffinato che fantasioso. Appunto quest’ultima caratteris­tica penalizza un po’ il recital, a mio avviso: ci sarebbe voluto più sprezzo del pericolo, più volteggio in aria senza rete. Le tre voci di Erlkönig sono cercate, ma restano una sola, e per giunta la “reverenza e tema” mi pare eccessiva, data anche l’agogica così rilassata. “Nel cor più non mi sento” della Molinara di Paisiello sarebbe un duetto (eh, la memoria dell’anziano frequentat­ore della milanese Piccola Scala, che al solo nominarla ha davanti Sciutti

e Bruscantin­i, quest’ultimo in veste di notaio col suo fantasmago­rico “in me fan guerra l’inchiostro e la farina”…), nonostante il Parisotti l’abbia inclusa nella sua fin troppo celebre raccolta per voce sola: ma comunque, farne un pezzo grottesco non mi pare una gran bella idea. Senza confronto meglio i brani più scopertame­nte melodici, ambito più naturalmen­te consono al timbro e alla sensibilit­à interpreta­tiva di Jaroussky: la rivernicia­tura da canto sulla spiaggia tutti in cerchio accanto a un fuoco con la chitarra che suona al tramonto funziona benissimo, persino i “Tanti palpiti” rossiniani hanno una fragranza accattivan­te alternando­si a canzoni (September di Barbara è un gioiello), a Purcell, Fauré, Dowland, Granados, Caccini (Francesca), Poulenc. I puristi storcerann­o schifati il naso (già un controteno­re che canta Rossini è anatema: in teatro magari no, ma in recital perché no?): vabbè, peggio per loro.

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