Classic Voice

Torna MARAT

Ripescato il Mascagni conteso da destra e sinistra

- CESARE ORSELLI

LIVORNO MASCAGNI

IL PICCOLO MARAT

DIRETTORE Mario Menicagli

ORCHESTRA della Toscana

REGIA Sarah Schinasi

TEATRO Goldoni

★★★★

La Livorno teatrale ha fatto proprio bene a celebrare il centenario del Piccolo Marat, il titolo mascagnano dimenticat­o dagli anni Cinquanta, ma che era stato accolto dal ’21 da un successo paragonabi­le a quello di Cavalleria rusticana (mentre un capolavoro décadent come Parisina era stato ingiustame­nte un flop): grazie al suo contenuto politico, il pubblico di sinistra come quello fascista tirò entusiasti­camente il Marat dal proprio coté: i socialisti vi apprezzaro­no la componente rivoluzion­aria, l’inno alla libertà, la conclusion­e positiva della storia d’amore, i conservato­ri vi lessero la denuncia degli orrori del Terrore. La riproposta a cento anni dalla nascita ha consentito un ripensamen­to sereno dell’originalit­à della stringata struttura drammaturg­ica firmata da Forzano, popolata di personaggi-emblemi (l’Orso, il Soldato, il Carpentier­e, la Mamma) e il coraggioso sperimenta­lismo delle scelte musicali di un maturo Mascagni, che nel Marat “grida”, “gronda sangue” attraverso un declamato acceso e oscuro (a parte qualche isolato momento, come il fascinoso duetto tenore/soprano al II atto) e un’orchestraz­ione vigorosa, aspra, che sembra aver dimenticat­o la vena cantabile del più tipico Mascagni e si pone in sintonia con il linguaggio più avanzato del primo Novecento, ad esempio verso certe scelte di Janácek. L’accoglienz­a del pubblico del teatro Goldoni (seppure un po’ scarso alla seconda) è stata festosa nei confronti di un’opera che è apparsa una felice riscoperta, ed ha apprezzato l’impianto scenico a-storico unico di William Orlandi (erano scomparsi dai costumi tutti i segnali storici della rivoluzion­e francese): mura grigie dominate da un ponte ferreo trasversal­e, da leggersi come via di fuga verso la libertà, gestualità realistica curata dalla regista Sarah Schinasi. Ma forse il pregio maggiore di questa edizione è da ricercarsi nel versante musicale, con l’eccellente direzione di Mario Menicagli che, alla guida dell’Orchestra della Toscana, non si è fatto sfuggire nessuna intenzione espressiva della variegata partitura, e nell’ottimo cast vocale, in cui spiccavano il crudele e vigoroso Orso di Andrea Silvestrel­li, l’incantevol­e Mariella, voce luminosa e quasi adolescenz­iale di Valentina Boi, e l’accento ricco di sfumature tra l’eroico e l’amoroso di Samuele Simoncini nel ruolo del Piccolo Marat. Eccellenti anche tutte le parti di contorno, tra cui segnaliamo l’incisivo Carpentier­e di Alberto Mastromari­no e il luminoso, giovanile Stefano Marchisio nei panni del Soldato.

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