La poesia della VEDOVA
Regista, attore e cantante: Luca Micheletti anima in tre vesti diverse il capolavoro di Lehár
GENOVA LEHÁR
LA VEDOVA ALLEGRA INTERPRETI E. Balbo, L. Micheletti, F. Benitez, P. Adaini, F. Morace
DIRETTORE Giuseppe Finzi
REGIA Luca Micheletti
TEATRO Carlo Felice ★★★★
Luca Micheletti è uno dei talenti teatrali più eclettici del nostro tempo. Attore e regista di prosa, colto traduttore di Molière, Marivaux, Brecht, dopo aver recitato e cantato in Pagliacci di Marco Bellocchio
da questi ha ricevuto lo stimolo per avviare una carriera da cantante lirico. Un baritono scoperto grazie al cinema, si può dire. La vedova allegra andata in scena a Genova a cavallo tra 2021 e 2022 ha riassunto tutte le abilità di Micheletti: regista, attore, cantante, traduttore di un nuovo adattamento drammaturgico del capolavoro di Lehár. Insomma, mattatore assoluto. Ma ben lungi dal diventare solo un one man show, questa produzione si è fatta apprezzare nel suo complesso. Innanzitutto per il gusto raffinatissimo di scene e costumi, grazie a un’ambientazione anni Venti giocata sulle variazioni di bianco, nero e argento, animata da una pedana circolare rotante che funge prima da tavola per il ricevimento, poi da giostra-pavillon per il gioco degli scambi amorosi. Micheletti, da regista, possiede il dono di saper stupire, ma con grazia: lo dimostra nella scena della mongolfiera che apre il secondo atto; vi sale Hanna Glawari (Elisa Balbo) intonando la nostalgica Vilja, o Vilja, un momento di grande poesia. Ma il principale merito di Micheletti, nell’affrontare un titolo così noto, è quello di scatenare un meccanismo teatrale implacabile, senza ricorrere alle stampelle delle gag. È la struttura che dà ritmo a questo spettacolo, non i singoli pezzi di bravura. E così questa Vedova procede spedita al traguardo più forte degli imprevisti da Covid (il direttore Asher Fisch è assente nell’ultima recita di cui scriviamo, ben sostituito da Giuseppe Finzi). Elisa Balbo, la protagonista, non ha il physique du rôle della vedova propriamente immaginata (non foss’altro che per ragioni anagrafiche), ma ha talento innato per la scena, e sa starci, con una propensione da lirico puro, molto squillante. Credibili tutti i ruoli di contorno. Meritato il successo di pubblico.