LIGETI QUARTETTO PER ARCHI N. 1 BARTÓK QUARTETTO PER ARCHI N. 2 DUTILLEUX
AINSI LA NUIT QUARTETTO Hanson CD Aparte AP261 ★★★★
Che cosa si può accostare in una registrazione all’unico quartetto di Dutilleux, con l’evocazione notturna del suo suggestivo titolo, Ainsi la nuit, con la singolarità dei suoi caratteri stilistici e del suo percorso formale, che ne fanno nel 1976 un capolavoro in ogni senso isolato? Gli accostamenti del Quatuor Hanson (che prende nome dal primo violino Anton Hanson) sono più interessanti e persuasivi di quelli recentemente proposti dal Quatuor Ebène, che in chiave “notturna” associava Dutilleux al sestetto di Schönberg Verklärte
Nacht (Notte trasfigurata) e ad una gradevole paginetta di sapore vagamente jazzistico. Anche il Quatuor Hanson mira alla varietà all’interno di paesaggi “notturni” (non era necessario sottolineare questa ricerca con il titolo “Not all cats are grey”, di notte, ovviamente); ma senza cadute di gusto. È singolare, ma suggestivo accostare l’isolata indipendenza dell’unico quartetto di Dutilleux a quella del primo di Ligeti, una delle sue maggiori pagine giovanili che ha come sottotitolo “Métamorphoses nocturnes”. Composto nel 1953-54 è frutto dell’isolata ricerca di un musicista ungherese che non poteva conoscere nulla del radicalismo del secondo dopoguerra nell’Europa occidentale e aveva studiato le partiture dei Quartetti n. 3 e 4 di Bartók. Presenta un intenso e molto vario percorso di “metamorfosi” del breve tema iniziale.
Non ci sono esplicite allusioni alla notte nel titolo del Quartetto n. 2 op. 17 (1915-17) di Bartók, autore che per Ligeti fu un punto di riferimento, ma nel mesto lirismo dell’iniziale “Moderato” e soprattutto nel desolato e originalissimo “Lento” conclusivo è lecito pensare ad atmosfere o suggestioni notturne. Nell’intensissimo percorso Ligeti-Bartók-Dutilleux il Quatuor Hanson accompagna l’ascoltatore con interpretazioni molto accurate e persuasive.