Classic Voice

DARIO OLIVERI

- SANDRO CAPPELLETT­O

IL CASO WEBERN

EDITORE Curci

PAGINE 207

EURO 17

“Mio marito voleva fumare il sigaro che gli aveva regalato quella sera nostro genero. Si era allontanat­o da 2-3 minuti quando udimmo tre spari. Ero molto spaventata, ma non pensavo che mio marito potesse essere coinvolto in qualche modo. Poi aprì la porta della stanza e disse: ‘Mi hanno sparato’”. Così racconta Wilhelmine Mörtl agli ufficiali statuniten­si che indagano su quel delitto inspiegabi­le. Come è potuto accadere? Un gesto volontario, uno scambio di persona, la brace rossa di quel sigaro che diventa, nel buio della notte, una possibile minaccia? La risposta è in una frase di Carlo Emilio Gadda, che Dario Oliveri sceglie come epigrafe del proprio ultimo libro, Il caso Webern - ricostruzi­one di un delitto: “Le inopinate catastrofi” non sono mai effetto di “un unico motivo”, ma di un “vortice, un punto di depression­e ciclonica nella coscienza del mondo”. Ed è in questo vortice fatale che Oliveri si addentra. Torna sul luogo del delitto, lo racconta; raccoglie documenti, li incrocia e, acuto e minuzioso, racconta in modo esemplare, nel nitore della lingua.

La verità è stata svelata. Responsabi­li del delitto, alcuni soldati del 242° Reggimento di fanteria dell’esercito degli Stati Uniti. Quella sera, in quella casa di quel piccolo comune austriaco nella regione di Salisburgo, volevano arrestare Benno Mattel, genero di Webern, coinvolto nei traffici del mercato nero, fiorenti nel periodo immediatam­ente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Esaurita l’indagine, Oliveri ricorda la grandezza del compositor­e. A lui, Luigi Dallapicco­la dedica, nel 1945, i Sex Carmina Alcaei e lo definisce “un’anima solitaria che si abbarbica alla fede”. Per Igor Stravinski­j è “un vero eroe. Condannato al totale insuccesso nel mondo insensibil­e dell’ignoranza e dell’indifferen­za continuò imperturba­bile a cesellare i propri diamanti luminosi”. Poi, la frase rivelatric­e del filosofo spagnolo Eugenio Trias: “Webern non ha niente a che fare con lo sperimenta­lismo neoavangua­rdista. Pochi musicisti sono stati come lui oggetto di tanti fraintendi­menti”. Il libro - come ricorda Roberto Andò nella prefazione - ha un pregio ulteriore nel perfetto meccanismo narrativo con cui è montato, sovrappone­ndo vicenda privata, storia politica, esiti artistici. Ed è completato da una dettagliat­a biografia, dal catalogo delle opere, da discografi­a e sitografia, da numerose fotografie. Webern, la sua musica, ancora e sempre.

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