Manon, donna di oggi
Nei panni di una migrante in lotta per sopravvivere torna il primo successo pucciniano, firmato Davide Livermore. Al Carlo Felice dirige Renzetti, Maria José Siri protagonista
Il 1 febbraio 1893 erano passati appena otto giorni dal debutto di Falstaff alla Scala. Mentre si discuteva ancora sull’ultima crezione di Verdi, a Torino Puccini presentava Manon Lescaut. La scelta del tema era rischiosa, dato che il romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Jules Massenet, e con successo, appena nove anni prima. Ma Puccini era consapevole dei suoi mezzi e non temeva confronti: “Massenet lo sente da francese - disse a proposito del soggetto -, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata”. I fatti gli diedero ragione. L’anno dopo Manon Lescaut trionfò anche a Londra e a un recensore d’eccezione come George Bernard Shaw fece dire: “Puccini è il più probabile erede di Verdi”. Il Teatro Carlo
Felice di Genova riprende la regia “cinematografica” di Davide Livermore, che traduce Manon in un linguaggio contemporaneo, dandone il ritratto di una donna emarginata, una migrante che ha perso la lotta per la sopravvivenza sociale. Dal 25 marzo al 3 aprile con Donato Renzetti sul podio e Maria José Siri nel ruolo del titolo e Marcelo Álvarez in Des Grieux.
Manon Lescaut di G. Puccini Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Dir. Donato Renzetti
Regia di Davide Livermore Genova, Teatro Carlo Felice, dal 25 marzo al 3 aprile