Classic Voice

PIERO RATTALINO

- MAURO BALESTRAZZ­I

SOUPÉ CON ROSSINI

EDITORE Zecchini

PAGINE 190

EURO 25

La prima reazione alla lettura di questo libro è di autentica ammirazion­e per la vivacità intellettu­ale, il piacere del raccontare e la finezza di scrittura dell’autore che, con giustifica­ta civetteria, sbandiera la propria età di ultranovan­tenne. “Sono stato un tempo molto restio a lasciarmi travolgere dalla tentazione del pescaggio nella autobiogra­fia. Adesso lo sono di meno, anzi, non lo sono affatto”, avverte Rattalino. E fa bene, perché quando si arriva così lucidi alla sua età, con l’esperienza di una vita intera vissuta nella musica e nel teatro, ci sono tante cose da raccontare. Il titolo del volume, Soupé

con Rossini, ricalca quello di una commedia che qualche anno fa l’autore aveva scritto su incarico, ahimè soltanto telefonico, del direttore artistico di un teatro spagnolo, il quale, pochi mesi dopo, era stato licenziato. Non avendo firmato un contratto, come spesso accade, Rattalino si vide negare la commission­e dal successore del licenziato. La commedia è così rimasta in un cassetto, ma è davvero un lavoro pregevole, come lo definisce l’autore, e possiamo immaginare che farebbe un certo effetto sulla scena, sotto la guida di un regista raffinato e con un cast adeguato di buoni attori/musicisti. Nella seconda parte del volume troviamo il Rattalino più conosciuto, lo storico del pianoforte, il critico e il direttore artistico. Originale il saggio delle “tre vite di Clara e di Brahms”, gustosi e acuti i ritratti di Michelange­li e di Martha Argerich, per chiudere con il Rattalino autobiogra­fico che ci racconta i suoi rapporti con i direttori d’orchestra. Spassoso, da film comico, l’aneddoto che riguarda Vladimir Delman: previa telefonata a casa, l’autore invita a pranzo il maestro, che accetta ma insiste per acquistare un dolce e non presentars­i a mani vuote; l’auto che li sta accompagna­ndo si ferma davanti a una pasticceri­a, Delman scende e ritorna tutto contento con una torta gelato che appoggia sul sedile; poi, distratto com’è, ci si siede sopra con gli schizzi di gelato che finiscono dappertutt­o.

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