Wagner in azione
Una mostra al Museo di Storia tedesca di Berlino spiega il lato politico del compositore, accostato anche a Karl Marx
“Compositore e riformatore teatrale, direttore e fondatore di festival, rivoluzionario ed esiliato, imprenditore e critico del capitalismo, debitore e antisemita”. Così viene descritto Richard Wagner nella nuova mostra che dall’8 aprile all’11 settembre gli dedica il Deutsches Historisches Museum di Berlino, proprio di fronte alla Staatsoper, facilmente riconoscibile dalla sua facciata rosa. Il percorso cerca così di ricostruire in modo scientifico le innumerevoli ramificazioni che da Wagner si irradiano nella nostra cultura contemporanea. Il museo tedesco mostrerà Wagner non solo come testimone degli sconvolgimenti politici e sociali del suo tempo (dai moti del 1848 alla guerra franco-prussiana del 1870), ma in particolare come artista controverso che seppe integrare le sensibilità sociali nelle sue opere e metterle in scena come l’essenza stessa della nuova Germania. Negli ultimi mesi il Deutsches Historisches Museum si è occupato in profondità della storia del capitalismo. Al centro di questa tematizzazione è finito ovviamente Karl Marx, al quale Richard Wagner può essere accostato a buon diritto come spirito critico dell’economia moderna. Allo stesso tempo, però, l’ascesa di Wagner difficilmente sarebbe stata possibile senza lo sviluppo di un moderno mercato dell’arte e della musica di stampo “capitalista”. “Fu un tecnico dei sentimenti di grande successo che seppe riposizionare il valore sociale dell’arte e dell’artista nel mondo sempre più commercializzato - spiega Michael P. Steinberg, curatore della mostra - e a tal fine Wagner sviluppò vere strategie di marketing in cui le emozioni giocavano un ruolo essenziale. Le sue idee sul dramma musicale come Gesamtkunstwerk erano direttamente legate alla sua critica alla modernità e quindi segnate dall’aspirazione a cambiare la società nel suo insieme”.