ERICH KLEIBER
COMPLETE DECCA RECORDINGS 15 CD Decca 4851582
Nato nel 1890 a Vienna, studi musicali a Praga, decisione di diventare direttore dopo aver ascoltato Mahler dirigere la propria Sesta sinfonia, negli anni Venti, Erich Kleiber era già arrivato ad essere il quarto lato d’un quadrato musicale pazzesco a Berlino: direttore della Staatsoper quando Furtwängler lo era dei Berliner Philharmoniker, Walter dell’Opera Municipale e Klemperer della mitica Kroll Opera. Intimo amico di Berg, dopo aver ripetutamente diretto Wozzeck (era sul podio della sua prima esecuzione, Berlino 1925) volle a tutti i costi presentare i Cinque Pezzi Sinfonici di Lulu nel 1934 prima di dimettersi, e - nonostante non fosse ebreo - lasciare la Germania girovagando per mezzo mondo per poi diventare cittadino argentino. Perfezionista all’estremo, severo e alieno da ogni concessione all’effetto facile o ad ogni sorta di sentimentalismo (durante una prova della Nona di Beethoven rimproverò coro e solisti di “leccare troppo miele dalle dita”) pur non scadendo assolutamente mai nel
freddo tecnicismo (ebbe a dichiarare “quando dirigo, lascio che cuore, sentimento, rispetto per l’autore mi dicano cosa fare; il resto viene dopo, se pure viene”), frequentò non moltissimo la sala di registrazione, e senza dubbio le incisioni migliori le realizzò negli ultimi dieci anni di vita, sotto contratto Decca: ognuna di esse, riunite in questo prezioso cofanetto, è da considerarsi un classico di riferimento. Sinfonie 3, 5, 6, 7 e 9 di Beethoven col Concertgebouw (della Terza, incise una seconda versione coi Wiener ma non volle fosse pubblicata, sembra perché non convinto dell’equilibrio sonoro dei corni: uscì solo dopo la sua morte, e compare in questo cofanetto), continuatore abbastanza evidente della classica impostazione di Felix Weingartner, ma a lui di gran lunga superiore. Quarta e Sesta di Ciajkovskij, dove Kleiber ottiene dall’orchestra Paris Conservatoire (sempre stata modesta) una precisione e una brillantezza mai estorte da nessun altro. Rarissimo ascoltare la Sinfonia n. 1 di un Weber ventenne, ma la mirabile direzione di Kleiber ne fa scorgere la squisita eleganza formale innervandola d’un afflato lirico straordinario che sembra già prefigurare il mondo sonoro di Schumann. Una meravigliosa Grande di Schubert, che assieme alla 39 e 40 di Mozart è un sublime distillato di classicismo musicale.
E naturalmente, classici tra i classici, le sue uniche registrazioni operistiche “ufficiali”, entrambe a capo dei Wiener Philharmoniker. Rosenkavalier, esempio supremo di equilibrio tra voci e strumenti con una resa della conversazione musicale che eleva un supremo monumento allo stile viennese (e la Marescialla della viennesissima Maria Reining l’hanno uguagliata poche e sorpassata nessuna; stesso discorso per l’irresistibile Octavian di Sena Jurinac e per il travolgente Ochs di Ludwig Weber, lui non meno viennesissimo e lei bosniaca però considerata fin dal suo arrivo a Vienna cittadina onoraria amatissima). Nozze di Figaro (terza delle “splendide F di Kleiber”, le altre due essendo Fidelio e Freischütz, questi consegnati solo a registrazioni dal vivo) che stilisticamente appartiene senza dubbio al passato - per quanto concerne i recitativi, soprattutto, più declamati che recitati come d’altronde sempre costumava prima di Strehler ma che mantiene tuttora un fulgore strumentale impareggiabile, e che vocalmente sopporta ben pochi paragoni, a cominciare dal Figaro di Cesare Siepi e dall’incantevole Contessa dell’eccelsa Lisa Della Casa.