IL GIOCO DELLA CIECA
ENSEMBLE Concerto di Margherita
CD Arcana 498
“Madrigali, Canzoni e Villanelle per cantare e sonare” è il sottotitolo dell’album d’esordio del Concerto di Margherita, lavoro che lascia molto ben sperare gli amanti del madrigale (gente beata! con tanto di anatemi su chi non l’ama), si concentra su una fase estesa del repertorio, ora tardivo (Gastoldi, Monteverdi, Kapsberger, d’India) ora di poco precedente (Giovanni Gabrieli, Giaches de Wert). Al musicologo Andrew Dell’Antonio il compito d’inquadrare storicamente questa complessa stagione nelle note illustrative. Caratteristica del giovane ensemble intitolato a Margherita Gonzaga è l’essere formato da musici che cantano e suonano al tempo stesso, accompagnando se stessi e accompagnandosi a vicenda con solido senso dell’insieme. Nei brani con strumenti la compattezza si apprezza molto, proprio per la singolarità di liuti, viole e arpe che davvero respirano insieme alla voce. Maggior flessibilità potrebbe giovare ai madrigali ove l’intreccio delle voci è più esibito, specialmente in “Chi mi fura ben mio” di Wert, d’altro canto il controllo severo del tempo giova ai madrigali di d’India che, se lasciati troppo a briglia sciolta, appaiono subito anacronistici. Il programma non s’indebolisce nel proseguire, anzi incrementa di tensione e rifinitura fino a O primavera gioventù de l’anno, nuovamente di Wert, esemplare per l’uso espressivo della dinamica (parametro molto spesso trascurato da chi canta la polifonia).