Mandolini alla ribalta
Raffaele La Ragione sta guidando la riscoperta di uno strumento che non era solo “popolare”. Come dimostra il suo ultimo disco Arcana, dedicato ai concerti di fine ‘700 col Pomo d’oro
Il mandolino deve la sua fama alla canzone classica napoletana. Ma questo aspetto folkloristico ha spesso oscurato un repertorio enorme, che affonda le radici in una tradizione di diversi secoli. Basti pensare agli Intermedi della Pellegrina (1589) commissionato da Ferdinando I de’ Medici per il suo matrimonio con Cristina di Lorena: per la prima volta nell’organico strumentale appare la mandola, termine col quale si indicava il progenitore del mandolino. Ma nelle biblioteche d’Europa e d’America la documentazione che testimonia il suo ampio uso nella musica da camera e nelle opere vocali è pressoché sterminata. Raffaele La Ragione, napoletano classe 1986, sta dedicando la sua vita al mandolino e alla ricerca musicologica. Vanta già sette registrazioni discografiche, l’ultima delle quali, “Mandolin on stage”, in uscita per Arcana, lo vede impegnato con l’orchestra Il Pomo d’Oro diretta da Francesco Corti. L’album contiene quattro concerti per mandolino che qui appaiono sotto una nuova luce grazie all’uso di tre diversi mandolini d’epoca. Si va dal celebre Rv 425 di Vivaldi, passando per i due esempi napoletani di Paisiello e Lecce, fino al più classico Concerto di Hummel. La Ragione attraversa un secolo di storia del mandolino utilizzando tre preziosi strumenti: un esemplare creato da Tiziano Rizzi nel 2020 sull’originale di Antonio Monzino conservato al Museo teatrale della Scala; un mandolino napoletano del 1770 e una copia di Lorenzo Lippi prodotta su un mandolino di Carlo Bergonzi di fine Settecento.