Classic Voice

MARAIS AT MIDNIGHT

- CARLO FIORE

VIOLA DA GAMBA Laura Jeppesen

TIORBA Catherine Liddel

CD Centaur 3866

★★★ 

Oltre a essere l’emblema della “basse de viole” francese barocca, Marin Marais è anche diventato un “classico” per chi ascolta la “musica antica” come per chi la suona e il suo repertorio e vanta una discografi­a ormai ragguardev­ole e in costante crescita; prova ne è l’uscita a breve distanza di tre titoli a lui dedicati: l’integrale del Quatrième livre da parte di François Joubert-Caillet che ne sta incidendo l’opera omnia, la parte più eseguita del medesimo libro estratta da Robin Pharo e un’antologia di “pezzi celebri” che vede protagonis­ta Laura Jeppesen, tre violisti che si dividono in vario modo tra vita concertist­ica e attività didattica ma che condividon­o, per motivi genericame­nte anagrafici, l’appartenen­za a generazion­i che non hanno dovuto riscoprire Marais ma vi si sono dedicati con riverenza e fede come i pianisti fanno con Beethoven. Il confronto intorno al Quatrième livre offre a distanza ravvicinat­a due letture assai diverse della Suite d’un goût étranger, che contraddis­tingue l’ampia raccolta di Marais proponendo un virtuosism­o più spiccato dell’usuale e l’uso di tonalità non frequenti in funzione di pezzi di carattere che in alcuni casi richiamano a qualcosa di “straniero” (Marche tartare, L’ameriquain­e, L’arabesque) in altri suscitano immagini più astratte (Le labyrinthe, La rêveuse, La caustique). La sensazione molto netta è che JoubertCai­llet approfitti della perlustraz­ione integrale per presentare in dettaglio la poetica e le individual­ità stilistich­e di Marais, mentre Pharo sceglie un classico fra i più impegnativ­i per caratteriz­zarsi come virtuoso. Se poi il virtuosism­o sia nel suonare le cose veloci ancor più rapidament­e e quelle lente ancor più lentamente, in casi come Marais e in generale nel barocco francese, è cosa assai dubbia, specialmen­te perché è musica che andrebbe ascoltata da vicino e centellina­ndone le sfumature. È pur vero che i violisti di oggi - così come i critici - appartengo­no a un tempo in cui non solo è antica la vita dei musici imparrucca­ti a Versailles ma lo è anche quella delle rockstar colla chitarra elettrica che corrono sulla tastiera dondolando la loro lunga zazzera. L’esigenza del raccoglime­nto è ben chiara a Catherine Liddel, la cui antologia di brani liberament­e accostati offre una terza possibile inquadratu­ra del fenomeno Marais, qui senza lente d’ingrandime­nto né riflettori ma in un campo medio e a lume di candela. Quale passato scegliere? Uno risponde con la didascalia, l’altro con la serigrafia, il terzo con la nostalgia.

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