Viotti riscattato
A Vercelli la prima mostra sul compositore e virtuoso piemontese che fu anche “sponsor” degli Stradivari. L'ideatore è il violinista Guido Rimonda: “Un giorno lo considereremo un nuovo Vivaldi”
Il figlio di un fabbro ferraio che diventa amico di Maria Antonietta e, paradossalmente, autore inconsapevole della Marsigliese. Sembra un romanzo la vita di Giovan Battista Viotti, il compositore di Fontanetto Po che al violino legò tutta la sua travagliatissima esistenza, in un saliscendi continuo di gloria, cadute e risalite. A due secoli dalla morte, avvenuta a Londra nel 1824 dopo esser stato tra i soci fondatori della London Philharmonic Society, la sua terra d’origine gli dedica una grande mostra monografica, la prima occasione per rivalutare nella sua completezza il profilo artistico e umano del virtuoso piemontese. L’appuntamento è a Vercelli, nell’ex Chiesa di San Marco, dove fino al 2 giugno sarà allestita “Viotti e Stradivari, la ricerca della perfezione”, una mostra immersiva e multimediale ideata dal violinista Guido Rimonda, che di Viotti è il massimo studioso e interprete. “La mostra - spiega Rimonda, che per Decca ha inciso l’integrale dei concerti viottiani - è il primo omaggio a due grandi uomini che hanno reso onore all’Italia in tutto il mondo. Uno, Stradivari, già noto e celebrato, l’altro, Viotti, in piena fase di riscoperta. Se pensiamo che un secolo fa il nome di Antonio Vivaldi era praticamente sconosciuto, allora Viotti potrebbe presto essere un nuovo Vivaldi”. Fu proprio Viotti, proprietario di dodici esemplari di Stradivari, a contribuire all’affermazione del mito del liutaio. La mostra sarà l’occasione per ammirare una selezione di quegli strumenti, alcuni per la prima volta in Italia, all’interno di un percorso di installazioni multimediali, grandi schermi, proiezioni a parete, animazioni, esperienze interattive, effetti sonori, giochi di luce e riproduzioni di musiche ad alta definizione. “Tutto - commenta Elisabetta Bruno, fondatrice di Heritage, che ha curato l’allestimento - è stato concepito e sviluppato per far vivere un’esperienza di conoscenza e di bellezza e coinvolgere i visitatori nel significato di una vicenda personale che ha contribuito a cambiare la storia della musica”. Nella Cappella Pettenati, annessa alla chiesa di S. Marco, è stato ricostruito un laboratorio con la presenza di liutai, mentre la narrazione dell’attore Pierpaolo Spollon farà rivivere la vicenda umana del più importante musicista piemontese tra Sette e Ottocento, cui si devono quasi 30 concerti per violino nonché il brano, Tema e variazioni per violino e orchestra (1781) dal quale Rouget de Lisle ricavò per successivi passaggi il futuro inno francese (la circostanza è stata riportata alla luce proprio dagli studi di Guido Rimonda). Durante il periodo della mostra sarà possibile assistere ai concerti del ventiseiesimo Viotti Festival, ospitato presso il Teatro Civico di Vercelli, con la partecipazione di numerosi violinisti internazionali: Guido Rimonda (13 aprile), Nikolaj Szeps-Znaider (17 aprile), Kerson Leong (20 aprile) e Uto Ughi (28 aprile), ai quali si unirà il Quartetto Goldmund (24 aprile), che suona quattro strumenti Stradivari appartenuti a Niccolò Paganini.
Viotti e Stradivari, la ricerca della perfezione
Vercelli, ex Chiesa di San Marco, fino al 2 giugno