MOSCA DALLE PIETRE BIANCHE
“È davanti a loro: ardono come un incendio le croci d’oro delle antiche cupole. Ah fratelli! Che emozione!”. Ogni volta che si arriva nella capitale della Federazione russa, dal cielo o da terra, risuonano in testa le parole di Tatyana Larina, la protagonista femminile dell’Eugenio di Alexander Pushkin.
Eppure Mosca cambia sempre, anche quando sembra immobile come durante gli anni cupi del sovietismo quando mise a segno la più artistica metropolitana del mondo e le Sette Sorelle, magniloquenti grattacieli-fortezze (la più alta tocca i 240 m), paradigma del tonitruante barocchismo stalinista. C’è sempre una Mosca che nasce dal caos della precedente (è un’immagine della scrittrice Sana Krasikov) e così è anche oggi nel fuoco di un rinascimento che va oltre la crisi e l’embargo e che ha fatto della Terza Roma una delle più affluenti economie del mondo. Il nuovissimo quartiere degli affari è l’emblema di questo poderoso slancio da “città che sale” con una decina di “neboskreby” di vetro e acciaio tra cui spiccano la Torre della Federazione Est (374 m, il più alto edificio d’Europa), la Mercury City Tower (339 m) e l’Eurasia (309 m): pinnacoli artificiali che luccicano nell’atmosfera di ghiaccio dell’inverno moscovita. Giganti di una commedia urbana che, di notte, si esalta nelle atmosfere natalizie riscaldate da un’illuminazione rutilante e romantica stesa su tutta la megalopoli, nelle strade come nelle piazze, negli esterni come negli interni. Dinamismo e ozio protagonisti. Il Cremlino e San Basilio sono un gran pavese di cangianti cromatismi al neon. Elettricità e sensualità si sommano nei luoghi della vita notturna, vitalismo e genialità dilagano in quelli della cultura, samovar e apéro sfidano il gelo sui rooftop panoramici. La calma dei parchi innevati (Mosca è la capitale più verde al mondo) si propaga nelle costruzioni che li incorniciano, le luci colorano l’ovattato candore delle vie, mentre le ciminiere eruttano l’energia della città. Un’aura che insieme è da fiaba e da romanzo contagia anche i rivitalizzati santuari dello shopping. Tra tutti i Magazzini Tsum, scrigno dell’alta moda che quest’anno festeggiano i 110 anni, e i Gum sulla Piazza Rossa, alle porte del Cremlino. La loro architettura “a galleria” è un capolavoro del Gothic-Jugendstil, la loro storia lo specchio di quella russa, simbolo e orgoglio della Mosca zarista, in epoca comunista l’unico posto in cui si potevano acquistare cosmetici e vestiti di importazione dopo lunghe code, oggi un tempio di lusso e grandi firme che attira 15 milioni di visitatori all’anno. A Mosca, a Mosca...