“ASCOLTATE! PREPARATEVI! PRONTI! IN POSIZIONE!
È la morte! È la vita...”: è il Ka Mate, l’Haka, la danza intimidatoria con cui sfidano gli avversari gli All Blacks, la quasi imbattibile nazionale neozelandese di rugby, perfetta incarnazione dell’essenza antica, fiera e potente del popoloMaori. “non maori” – che fanno capo a una simbologia rituale rigorosa: ogni segno indica e registra un passaggio di stato nella vita di chi li porta, l’entità del suo valore, la sua posizione nella gerarchia sociale. In altre parole, chi ha un importante status è sicuramente molto tatuato, chi è senza tatuaggi è considerato inconsistente e inutile. Chi si distingue nelle arti, assume il titolo di Tohunga (il Kahuna nelle Hawaii), un maestro non solo per l’abilità e il talento, ma per saggezza e conoscenza: è affidata a lui la perpetuazione di rituali e tradizioni. Nonostante molte delle abitudini siano andate perse dallo sbarco di James Cook (1769) in poi, i valori più forti ed emblematici si sono conservati: la grande ospitalità, il vivere la famiglia multiparentale ( Whanau) e l’incentrare la vita della comunità attorno alla Marae, la Casa della Riunione, un grande spazio polifunzionale al centro del villaggio, nel quale si tengono tutti gli eventi importanti come matrimoni, funerali e celebrazioni. La casa è “abitata” da una folla di sculture sacre, è il loro Pantheon costituito dai Figli del cielo e della Terra, rimasti, nonostante l’occidentalizzazione, riferimenti essenziali, custodi di un passato dalle radici profonde, scrigno di una preziosa saggezza, e di un cuore forte e pulsante di grande fierezza e dignità.