Conde Nast Traveller (Italy)

Sabbia rovente

Diario di viaggio dalle spiagge al deserto

- Mauro Parmesani FOTO E TESTO DI

NON UN SEMPLICE VIAGGIO. 1.500 km di strade asfaltate e piste per un’avventura fuori dal comune tra paesaggi unici dove profondo si sente il respiro della natura. Quattro giorni di avventura per ritrovare lo spirito della libertà. Ecco il diario.

12 ottobre - Le basse dune di sabbia dorata sfilano come in parata alle prime luci dell’alba mentre lasciamo Essaouira “La Bella Addormenta­ta”, come viene chiamata, forse a ricordo della sua gloria e opulenza, seguita, poi, dalla decadenza e dall’oblio. La litoranea N1 ci attrae come un miraggio e, con la jeep noleggiata, la seguiamo verso Insuane, antico villaggio di pescatori oggi hot spot di surfisti. Molti chilometri più avanti ecco le spiagge che, da AglouPlage, si susseguono sino a Sidi Ifni. La nostra meta è Legzira, la spiaggia più bella del Marocco, con il suo arco naturale che si getta in mare creando una scenografi­a fantasiosa. Sistemati nella piccola Guest House sulla spiaggia dell’amico Ahmed, celebriamo il rito del tramonto camminando “pieds dans l’eau”, sulla sabbia compatta, mentre Ahmed prepara freschissi­mi dentici e pagelli grigliati insaporiti con gli aromi della sua ricetta segreta.

13 ottobre - Non c’è anima viva sulla strada che da Sidi Ifni conduce a Guelmin, antico snodo carovanier­o, e anche dopo, mentre ci interniamo verso est tra le spalle montuose dell’Atlante e il Jebel Ouarkziz. Procedendo passiamo in rassegna villaggi usciti da un libro di fiabe come Taghjijt, con le case di terra pressata (pisé), e Tissint, con le cascate di Atiq. Foum Zguid è la nostra base, ultimo avamposto occidental­e prima dell’immensa distesa di contraffor­ti rocciosi che preludono il pan asciutto dell’antico lago Iriki.

14 ottobre - La pista non è segnata e il percorso è impegnativ­o, “la montagna dalla sommità piatta” è l’unico punto di riferiment­o. Per fortuna non siamo soli, ci accodiamo a un’altra jeep che procede verso oriente. In montagna è piovuto molto, l’acqua scesa sino al lago asciutto ha creato un’immensa zona di acquitrini. Continuiam­o in questo universo che si solidifica man mano che passano le ore e infine si trasforma in sabbia. Un mare di sabbia, bollente, infuocata, fantastica introduzio­ne alle mitiche dune di Chegaga, le più alte del Marocco. Fine giornata al sicuro nel Dar Azawad Resort situato nel villaggio di M’Hamid El Ghizlane, avamposto orientale ai margini del deserto.

15 ottobre -Intorno a M’Hamid vi sono diverse kasbah disseminat­e tra i vasti palmeti e le dune di sabbia che lambiscono le case. Uno scenario in cui la realtà contadina scandisce il lento scorrere del tempo, che riempie gli occhi e la mente di serenità e pace e che ti fa conoscere gente fuori dal comune come Ibrahim, cofondator­e del Festival di Taragalte, creato per celebrare la musica del deserto fra estimatori che arrivano da tutto il mondo.

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