CHEF Emanuele Donalisio
Il mare come linea guida di una cucina che diventa vocazione, senza abbandonare i grandi classici, soprattutto quelli della cucina piemontese
Testa e cuore, quanto contano nella sua cucina?
Nella mia cucina collaborano a parità di importanza, ma con ruoli differenti: la testa è impegnata a progettare un piatto, il cuore lo porta a termine dandogli emozione.
La sua cucina ha dei punti fermi?
In realtà sono numerosi e portano allo scopo più profondo che connota la mia cucina: concepire piatti per donare emozione ed esperienza. Non potrei fare a meno di istinto, curiosità, passione, seduzione, stimolo, estro, creatività, evoluzione.
Cosa l’ha portata a scegliere di fare il cuoco?
Fare il cuoco per me significa seguire l’istinto e la passione, perché il cibo mi infonde piacere, un piacere che voglio portare in tavola e condividere con i miei ospiti.
In che cosa la cucina italiana differisce dalle altre?
Essenzialmente, direi, per la posizione geografica del nostro Paese, ma sicuramente anche per motivi storici, politici e culturali. L’Italia, protetta a nord dalle montagne e a sud dal mare, è caratterizzata da una notevole biodiversità e, con il suo clima mite, offre la possibilità di reperire materie prime fresche e di altissima qualità. La motivazione storica è legata alla parte più verace e profonda del nostro Paese, ossia la sua disomogeneità culturale e anche gastronomica. La motivazione politico-culturale risiede per lo più in ragioni evoluzionistiche, che hanno portato a uno sviluppo nel settore rurale e agricolo e in quello del commercio con gli Stati limitrofi.
A sinistra: Emanuele Donalisio. “La mia cucina è legata alla volontà di trasmettere sensazioni”.
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IL PIATTO DEL CUORE: Tortello di foie gras, consommé di asparagi alle 3 cotture e rombo
CHIUSURA SETTIMANALE: LUNEDÌ e MARTEDì a PRANZO