CHEF Alberto Basso
Il gioco dei contrasti, degli scontri gustativi che portano a una fusione di sentori inaspettata e dallÕequilibrio delicato
Il cuoco è anche un artista?
Sì, penso che il cuoco sia una sorta di artista che plasma e interpreta la tradizione secondo il suo personale filtro, o meglio, che crea reinventando i dogmi della sua cultura gastronomica, o meglio, usandoli come punti di partenza.
A quale dei suoi piatti è più legato?
Tutti i miei piatti lasciano un segno in me, ma devo dire che l’“Acetosella Frozen”, con pistacchio e cicoria, rimane il prediletto. È un dolce non dolce che pulisce il palato e lo libera dai sapori dei piatti che lo hanno preceduto.
Secondo lei cosa ha di speciale la cucina italiana?
Il vasto territorio dove viviamo caratterizza l’unicità della cucina italiana. Ogni paese ha le sue tipicità e biodiversità: da nord a sud, da est a ovest, si trovano piatti, materie prime e prodotti diversi, derivanti dalle differenti stratificazioni socio-culturali e modi di vivere. Solo per fare un esempio, un semplice formaggio a distanza di pochi chilometri cambia il nome e il sapore. Questa è l’Italia e questa è la particolarità della cucina italiana.
Ha dei punti fermi nella sua cucina?
Sono molto attento alla scelta delle materie prime, di grande qualità, ma quello che conta realmente è far vivere tutto il gusto degli ingredienti alle persone che assaporano la mia cucina. Un viaggio dei sapori, coinvolgente, che richiama esperienze, ricordi e sensazioni nuove.
A sinistra: Alberto Basso. “Penso che il cuoco sia un artista che plasma e interpreta le materie prime a suo personale impulso”.
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