CHEF Paolo Trippini
I sapori umbri incontrano una rivisitazione delicata in chiave contemporanea, dove a risaltare sono gli ingredienti tradizionali
Secondo lei, che cosa distingue la cucina italiana dalle altre?
La grandezza della cucina italiana deriva dalla stupefacente varietà dei prodotti agricoli e zootecnici che allignano nel nostro territorio e dalla infinita biodiversità. Sono i principale elementi che ne determinano l’unicità.
La sua cucina è territorio ma anche contemporaneità, quali sono i suoi punti fermi?
La mia cucina è soprattutto tradizione, la considero il vero punto fermo da cui partire per creare.
Che cosa l’ha spinta a diventare cuoco?
È un lascito di famiglia, se così si può dire. È stata la passione di mio padre per la cucina a contagiarmi e a convincermi che un giorno sarei diventato cuoco. E così è stato: ho fatto di lui il mio modello, la mia guida.
Mi ha parlato di tradizione, ma quali sono gli ingredienti con cui preferisce lavorare?
Amo selezionare personalmente gli ingredienti con cui preparo i piatti, desidero conoscere i produttori e il loro modo di lavorare, mi piace andarli a trovare. Non mi pongo limiti, sicuramente formaggi freschi e animali da cortile sono tra le materie prime che prediligo.
In cucina mette più testa o più cuore?
Sono alla pari, protagonisti in percentuale uguale.
A sinistra: Paolo Trippini. “Per me la cucina è prima di tutto territorio e tradizione”.
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IL PIATTO DEL CUORE: Quaglia BBQ (bieta, bottarga, quinoa)
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