CHEF Valerio Centofanti
La cucina come gioco, come esperienza divertente in bilico fra tradizione e territorio: ecco come la interpreta questo chef
Prché la cucina italiana è così diversa? Penso per la grande varietà di prodotti, alcuni rappresentativi delle tradizioni regionali, e delle molteplici ricette che da essi derivano. Se volessimo, potremmo mangiare tutti i giorni piatti diversi e gustosi. La cultura alimentare considera la dieta mediterranea una delle più complete e saporite al mondo. Inoltre, la natura ci regala erbe spontanee gustosissime, funghi e tartufi tra i migliori. I nostri formaggi non hanno eguali per sentore e varietà, per non parlare dei prodotti di norcineria realizzati ancora con lavorazioni tramandate nel tempo. Questa è la nostra forza.
Lei in cucina si diverte e ama giocare, quali sono i suoi punti fermi? Vivo una dualità, la mia cucina si nutre di una cultura tramandata da generazioni, ma anche della volontà di rivisitare le ricette di un tempo secondo canoni contemporanei.
Che tipologia di cuoco incarna? Un cuoco giocherellone e tentatore. Amo studiare i piatti che possano rappresentare dei peccati di gola per chi li assaggia.
Quali ingredienti le permettono di esprimersi al meglio?
Mi diverto con le carni, ma anche con le materie prime che scelgo da produttori locali diventati di fiducia. Il territorio in cui vivo è importante per me, ne amo i sapori. Per esempio, lo Zafferano dell’Aquila è un vero orgoglio d’Abruzzo, oltre a rappresentare un ingrediente molto versatile e prezioso nelle mie preparazioni.
A sinistra: Valerio Centofanti. “La cucina è divertimento e tentazione, mi piace l’idea che i miei piatti siano dei peccati di gola”.
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IL PIATTO DEL CUORE: Lumache in campo
CHIUSURA SETTIMANALE: MARTEDÌ sera