CHEF Ernesto Iaccarino

Il territorio diventa elegante interpretazione nelle mani di questo chef che guarda alle radici con il gusto dellÕinnovazione

Secondo lei, cosa distingue la cucina italiana? Sono molti i fattori che rendono la cucina italiana così speciale. In primo luogo la diversità, in ogni regione italiana abbiamo tradizioni diverse. Poi gli artigiani che lavorano le eccellenti materie prime, noi siamo il Paese dei presidi Slow Food. Non da ultimo, una generazione di giovani chef giramondo e che porta nelle cucine nuove tecniche e tecnologie.

Perché fermarsi al Don Alfonso? Per l’esperienza culturale e gustativa che offriamo, lo stretto legame con il territorio.

Cosa caratterizza la sua cucina? La mia cucina è territorio, rispetto per le materie prime, attaccamento alle radici ma anche sguardo curioso verso evoluzione e crescita.

Nelle sue parole torna sempre lo stretto legame con il territorio e le sue materie prime, ma quali sono esattamente gli ingredienti con cui preferisce lavorare?

Noi abbiamo una azienda agricola biologica che produce secondo la stagionalità, è proprio da lì che io attingo per trovare le giuste materie prime. Non solo, ci sono piccoli produttori che conosciamo molto bene e di cui ci fidiamo. Perché è diventato cuoco? Quasi non ci ho pensato, è stato un’evoluzione naturale. La cucina è sempre stata nella mia vita. Ha mai avuto un maestro a cui ispirarsi?

L’ispirazione è venuta in primis dalla mia famiglia, un nome su tutti: Alfonso Iaccarino, a lui devo questa mia passione e la conoscenza dell’arte culinaria.

a sinistra: Ernesto Iaccarino.“Pur nelle sue molte differenze, la cucina è un linguaggio universale. Come l’arte”.

IL PIATTO DEL CUORE: Maialino nero croccante, agrodolce al tamarindo, sedano, purè di patate alla curcuma e chutney di cipolle di Tropea CHIUSURA SETTIMANALE: LUNEDÌ e MARTEDÌ. Dal 15.6 al 15.9: chiusi il lunedì, aperti a cena dal martedì alla domenica, aperti a pranzo il sabato e la domenica