CHEF Francesco Sposito
Per questo giovane chef il ristorante diventa laboratorio di sperimentazione, dove creare percorsi nuovi partendo dal territorio
Che cosa rende speciale la cucina italiana? L’unicità degli elementi rispetto al territorio e alle loro caratteristiche, insieme alla varietà dei prodotti e alla creatività degli chef.
Perché fermarsi al suo ristorante?
Per l’accoglienza e la sensazione di sentirsi come a casa. Cosa caratterizza la sua cucina?
Definisco la mia una cucina di elementi, di sviluppo e di idee. Ma anche una cucina di rispetto e rigore, regole che permettono di arrivare al risultato del piatto.
Territorio ma anche sperimentazione sono elementi che ritornano nei suoi piatti, con quali ingredienti preferisce esprimersi?
Non mi pongo limiti, ogni ingrediente può sorprendere, essere fonte di nuove ispirazioni o generare sapori accattivanti e avvolgenti. Se devo scegliere, preferisco selezionare materie prime di cui conosco storia e provenienza, di cui posso controllare tutta la filiera di origine e produzione.
Ha mai avuto un maestro, o più maestri a cui ispirarsi?
Le mie basi sono sempre state tanto studio, pratica e letteratura. Però devo dire che ci sono due nomi veramente importanti nel percorso di crescita e maturazione che mi caratterizza: Igles Corelli e Fabio Barbaglini.
a sinistra: Francesco Sposito. “Amo far sentire i clienti come a casa, coccolati e accolti”.
IL PIATTO DEL CUORE: “Carciofi vesuviani”: carciofi cotti in olio Evo, affumicati e farciti con spuma di pecorino, aglio, prezzemolo, tartufo di stagione CHIUSURA SETTIMANALE: MARTEDÌ e MERCOLEDÌ. LUNEDÌ dal 1° luglio al 1° ottobre