CHEF Marcello Trentini
Stagionalità, territorio e ingredienti a km 0, sono queste le caratteristiche di una cucina che parte dai propri confini per guardare oltre, con creatività
Cosa differenzia la cucina italiana dalle altre? A mio avviso la cucina italiana ha il vantaggio di poter accedere a una biodiversità unica al mondo, questo anche in virtù della conformazione geografica del nostro Paese. Inoltre, elemento ancora più importante, la storia della nostra cucina è un affascinante viaggio tra le mille contaminazioni, lascito dei popoli che nei secoli si sono fermati sul nostro territorio.
Testa e cuore, in che proporzione contano nella sua cucina?
Il mio mondo è un po’ più complesso. Per descrivere ciò che faccio, direi che se la giocano alla pari testa e cuore con un 30%, poi c’è un 10% di sana follia e un 30% di pancia.
Cosa l’ha portata a scegliere di fare il cuoco? Ho sempre amato cucinare, ma sono diventato chef quasi per caso, seguendo una passione, una vena creativa che voleva esprimersi. Ho scelto di farlo con quello che mi piaceva.
Quali sono gli ingredienti che predilige?
Non mi pongo limiti, amo sperimentare e prediligo gli ingredienti del mondo vegetale. Detto questo, penso di non essere io a scegliere, ma che siano i diversi elementi a trovare me per farsi plasmare dalle mie mani e dalle mie idee.
La sua cucina ha dei punti fermi? Se sì, quali sono?
Almeno tre: libertà espressiva, creatività e curiosità. Tutti elementi che insieme contribuiscono a rafforzare la mia idea di cucina quale frutto di contaminazioni e tradizioni differenti. Una sorta di cucina torinese contemporanea, potrei dire.
a sinistra: Marcello Trentini. “Ho sempre amato cucinare ma sono diventato chef quasi per caso, seguendo una passione”.