CUBA

In un libro i 500 anni di L’Avana

FFINO A QUALCHE tempo fa L’Avana si caratterizzava per la coraggiosa coscienza di esistere ai margini della contemporaneità. Dimensione strettamente legata alla sua antica bellezza, alla memoria sfocata di ciò che era stata. L’Avana era come un pianeta che si allontanava, giorno dopo giorno, dall’orbita della società consumistica. Ma questo suo essere orgogliosamente controcorrente, per scelta e per altrui sopraffazione, è ormai un destino impossibile da mantenere. L’Avana che compie 500 anni è una città in bilico fra la brama di un futuro diverso e l’orgoglio della propria revolución. Di questo parla il libro di Davide Barilli Cuba. Altravana (Giulio Perrone Editore). Attraverso la forza evocatrice della sua scrittura visibile, ma anche acustica, tattile, olfattiva, l’autore mette in scena le voci e i rumori, la scenografia di palazzi in rovina, di teatri trasformati in giungla, di strade dissestate. Pare di toccare i suoi muri screpolati e le sue ringhiere arrugginite, di annusare le muffe degli interni e la salsedine che viene dal mare di là dal Malecón ( in alto) oggi sorvegliato da un’enigmatica donna-primavera scolpita da Rafael San Juan ( a sinistra). Una mappa particolarissima di una città perduta. Che sta cercando il proprio futuro.