Cile Patagonia
Una crociera fino alla fine del mondo. Nella Terra del Fuoco, fiordi, pinguini di Magellano e ghiacciai spettacolari
VVENTO E SPAZI
SCONFINATI regnano sovrani a Ushuaia, il capoluogo della Terra del Fuoco argentina. Con circa 60mila abitanti, la città “più a sud del mondo” è un importante centro industriale, marittimo e turistico. Da qui salpano le crociere dirette non solo verso i meravigliosi ghiacciai dell’arcipelago fueghino, ma anche le spedizioni per l’Antartide. Ushuaia è il punto di partenza per esplorare il suggestivo Parco Nazionale Terra del Fuoco, mentre a pochi chilometri ci sono le impegnative piste da sci di Cerro Castor.
NELLA BAIA DI USHUAIA, “LA CITTÀ PIÙ A SUD DEL MONDO” sferzata da un vento tagliente tutto l’anno, il colpo d’occhio è uguale a quello che apparve al Beagle nel 1832, il brigantino britannico in missione esplorativa del canale che oggi porta il suo nome: una frastagliata e ininterrotta successione di creste che, a ovest, termina nella Cordillera Darwin, punta meridionale delle Ande. A bordo della nave c’era un giovane e ambizioso naturalista inglese, Charles Darwin, deciso a carpire i segreti della “selvaggia magnificenza del luogo, con grandiosi ghiacciai che arrivano al mare: difficile immaginare qualcosa di più bello”. Tra fossili antichissimi, rarità botaniche e aurorali contatti con i nativi, Darwin raccolse molti materiali per la sua rivoluzionaria teoria sull’origine delle specie. Ma questi luoghi, tuttora tra i meno contaminati della terra, traboccano anche di avventure leggendarie. Da Ushuaia, situata nell’estremo lembo argentino della Terra del Fuoco, la punta estrema della Patagonia (condivisa col Cile), con una notte di navigazione si arriva al famigerato Capo Horn. Fino all’apertura del Canale di Panama (1920), questa rotta – scoperta da audaci navigatori olandesi nel 1616 – fu utilizzata per doppiare l’America del Sud in alternativa al passaggio nello Stretto di Magellano, situato poco più a nord ma, all’epoca, controllato dal Portogallo. Oltre 10.000 marinai perirono tra queste acque, le più perigliose del pianeta, nei naufragi causati dalle eccezionali tempeste scatenate dall’incontro-scontro tra l’Atlantico e il Pacifico. Rientrando nel più placido Canale di Beagle, nell’Isola Grande della Terra del Fuoco (cosiddetta perché gli indigeni accendevano enormi falò a ridosso del mare) il clou sono proprio i fiordi della Cordigliera, con i mirabolanti ghiacciai ammirati oltre che da Darwin anche da don Alberto De Agostini, sacerdote, geografo e scalatore, nelle sue esplorazioni del primo Novecento. Impossibile descrivere la meraviglia dei contrasti tra le infinite sfumature azzurrine del ghiaccio che, frantumandosi, piomba nelle acque marine, e quelle del verde cangiante della flora sub-australe, ricca di varietà e specie uniche: in controtendenza con quelli delle Alpi, le masse frastagliate dei ghiacciai Garibaldi e Pia sono in espansione. Tutt’intorno regna un silenzio solenne, rotto solo dalle grida degli uccelli marini, dal soffio di qualche balena solitaria e dai buffi versi dei leoni marini o dei pinguini magellanici, veri custodi di questo arcipelago ammantato di primordiale bellezza.
“SCENARI SOLENNI CON GHIACCIAI GRANDIOSI CHE ARRIVANO AL MARE… DIFFICILE IMMAGINARE QUALCOSA DI PIÙ BELLO„ Charles Darwin (1809-1882), naturalista
“LA TERRA DEL FUOCO VANTA PAESAGGI E PANORAMI TALMENTE GRANDIOSI DA POTER COMPETERE CON LE ALPI„ Alberto Maria De Agostini (1883-1960, sacerdote ed esploratore