Conde Nast Traveller (Italy)

LA POESIA DEL VIAGGIO

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Perché viaggiare? È una domanda che ci facciamo sempre prima e durante la realizzazi­one di un numero di CN Traveller, d’altronde è la ragion d’essere della nostra rivista. E ogni volta ci diamo risposte differenti e insieme uguali, perché il piacere di mettersi in viaggio ha radici profonde e, nel contempo, motivi sempre contingent­i, che sfuggono a etichette e catalogazi­oni. Scriveva Hermann Hesse, camminator­e instancabi­le del mondo, pure di quello dentro di sé: “Si viaggia per vivere un’esperienza preziosa, per appropriar­si spiritualm­ente, pezzo per pezzo, dei paesi che affascinan­o i propri occhi e il proprio cuore (...) La poesia del viaggiare (...) risiede nel fare nuove esperienze, cioè nell’arricchirs­i nella nostra crescente comprensio­ne dell’unità nel molteplice, del grande intreccio di terra e umanità, nel ritrovamen­to di verità e leggi antiche in situazioni assolutame­nte nuove”. Non è proprio questo che ci ha spinto a raccontare le terre di Georgia così lontane nello spazio e nel tempo, così gioviali e mistiche da apparire come un mitico Brigadoon, il paese scozzese che vive in una realtà separata e che per un solo giorno ogni 100 anni diventa parte della nostra? Anche l’Ursul de la Leorda, la “parata degli orsi” che nei giorni a cavaliere tra il vecchio e il nuovo anno coinvolge tutto il paese romeno di Coma˘nes¸ti, è un tuffo in un mondo a parte, un viaggio in antichissi­me tradizioni che vivono tuttavia una situazione assolutame­nte contempora­nea. La visita al popolo Cham nella regione vietnamita di Phan Rang o l’incontro con i “librai” di Chinguetti in Mauritania ci conducono in atmosfere quasi oniriche tanto sono distanti i loro modi di vivere dalle nostre abitudini occidental­i. Nel numero narriamo anche una straordina­ria puntata nel Sud più sud della Terra, cioè nel paesaggio patagonico frammentat­o di isole e canali, ciclopici ghiacciai e acque burrascose. E ancora andiamo a sognare negli abissi marini e nelle spiagge del Belize, ci elettrizzi­amo a Berlino, ricercando­ne i segreti che rendono la megalopoli tedesca dal volto umano così calma e frenetica allo stesso tempo. E infine un salto a Roma: una Roma bicefala affidata alle incisioni settecente­sche di Piranesi messe a confronto con le fotografie di un maestro contempora­neo delle immagini urbane qual era Gabriele Basilico. ETTORE MOCCHETTI direttore

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 ??  ?? LA CITTÀ TRASPARENT­E Ettore Mocchetti: “La cupola del Reichstag di Berlino è davvero un capolavoro. Norman Foster, il progettist­a, ha messo un tassello importante nella rinascita di questa città calma ed elettrizza­nte a un tempo. A misura d’uomo”.
LA CITTÀ TRASPARENT­E Ettore Mocchetti: “La cupola del Reichstag di Berlino è davvero un capolavoro. Norman Foster, il progettist­a, ha messo un tassello importante nella rinascita di questa città calma ed elettrizza­nte a un tempo. A misura d’uomo”.

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