Conde Nast Traveller (Italy)

GLI ORSI SONO CREATURE SACRE NELLA MITOLOGIA ROMENA, SIMBOLO DI RINASCITA E RIGENERAZI­ONE

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OOLTRE NOVE ORE di treno ha messo in conto il fotografo Mauro De Bettio per raggiunger­e, da Bucarest, Comaˇnes‚ti, la cittadina dove ogni anno, tra Natale e Capodanno, si svolge un rito che ha radici lontane ed è nato per scacciare gli spiriti cattivi dell’anno che sta per finire e dare il benvenuto, in un tempo vuoto di spiriti maligni, a quello nuovo.

Si chiama Ursul. È il Festival della Danza

degli Orsi che “prende vita ogni inverno, in prossimità del nuovo anno, nelle zone rurali del Nord della Valle del Trotus”, così spiega il fotografo italiano Mauro De Bettio che gli ha dedicato questo reportage. “Uomini e donne di tutte le età si vestono di pelli d’orso e danzano a ritmo di una musica tambureggi­ante per scacciare gli spiriti maligni e dare il benvenuto al nuovo anno”. La tradizione è presente in molte zone rurali, in molti villaggi ma in città diventa una vera e propria parata. Gruppi di “orsi” a fauci spalancate invadono le strade e la destinazio­ne finale è Parcul Central, la piazza del municipio. “Si mettono in fila, uno dopo l’altro, in ordine dal più piccolo al più grande”, racconta De Bettio, “di fronte a ogni gruppo, in uniforme rossa e stivali in pelle nera, i domatori iniziano a condurre la procession­e lungo le strade del villaggio. Gli orsi marciano e danzano seguendo i comandi dei domatori con movimenti precisi, cadenzati dal ritmo di flauti di pan e grandi tamburi dal suono ip

notizzante”. La parata segue un copione preciso. All’inizio i domatori colpiscono gli orsi con fruste composte da peli di cavallo. Poi gli orsi rotolano per terra fingendo di morire prima di risuscitar­e come in una drammatizz­azione della rinascita della natura. Durante l’atto finale uno degli orsi viene sollevato in bilico su un bastone. “L’ultima parte della sfilata”, aggiunge De Bettio, “è quella più rumorosa; un gruppo di uomini indossa abiti femminili colorati e fluorescen­ti con campane cucite ovunque; i costumi sono impregnati dell’odore dell’acetilene dei cannoni in carburo che sollevano in equilibrio. L’ultimo atto del festival prevede una votazione che premia ogni anno il gruppo che ha effettuato la performanc­e più coinvolgen­te”.E no, non tremino gli ecologisti: gli orsi sono creature sacre nella mitologia romena e le pelli spesse sono, sì, vere (e pesano anche più di quaranta chili), ma sono di animali “antichi” e vengono conservate con cura e rispetto e tramandate di generazion­e in generazion­e.

“GLI ORSI NON SOLO RENDONO L’HABITAT RICCO, MA ARRICCHISC­ONO IL TUO ESSERE„ Linda Jo Hunter, artista e scrittrice

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La piccola Anuta indossa con emozione il “suo” orso. Le pelli degli animali vengono pettinate e curate durante tutto l’anno per conservarn­e l’aspetto veridico. Il giorno della parata i partecipan­ti si estraniano dal mondo esterno e partecipan­o al rito fondendosi con lo “spirito ursino”.
Giovane protagonis­ta La piccola Anuta indossa con emozione il “suo” orso. Le pelli degli animali vengono pettinate e curate durante tutto l’anno per conservarn­e l’aspetto veridico. Il giorno della parata i partecipan­ti si estraniano dal mondo esterno e partecipan­o al rito fondendosi con lo “spirito ursino”.
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