Conde Nast Traveller (Italy)

ISOLIAMOCI

Si chiamava così l’Isola che non c’è di Peter Pan. Queste sei ISOLE però ci sono. Defilate, terapeutic­he, deserte al punto giusto, affacciate sui mari più belli del mondo. E ancora da scoprire*

- testo Laura Fiengo

6 mari da non perdere, dal Pacifico all'Africa.

Il suo nome, Bawah Reserve, fino a un anno fa era quasi del tutto sconosciut­o anche ai più accaniti cacciatori di isole. Poi sono spuntate qua e là su Instagram queste acque coralline di un turchino impossibil­e (niente filtri, aggiungete solo la brezza marina, che qui profuma di fiori) e i racconti dei primi innamorati di ritorno hanno fatto il resto.

La nuova meta, di vocazione eco e plastic free, è in Indonesia ma più vicina a Singapore (da cui si raggiunge con un volo molto panoramico a bordo dell’aereo del resort). Alle sue 6 isole incontamin­ate – per sole 36 ville in cui tutto ma proprio tutto è incluso, anche il pic nic privato della vita alla favolosa Coconut Beach, anche la spa – ora si aggiunge elang: sei nuove ville separate su un’isola vicina (ancora più) privata con butler, chef, yoga, barca e gli altri dettagli da vacanza non comune. In caso di clamorosa, grande festa famigliare si potrà affittare tutta.

In un primo momento, con la roccia scura e l’energia impetuosa degli elementi che si scatena tra onde, vento, piscine naturali e scogliere vertiginos­e, pensi di essere atterato alle Hawaii. Ma El Hierro («Il Ferro»), la più piccola e remota delle isole Canarie, è facilmente raggiungib­ile. E piena di sorprese.

Fino al 1885 la sua punta occidental­e di Orchilla era il Meridiano Zero della Terra, uno dei più utilizzati sulle mappe antiche nell’era della grande esplorazio­ne. E l’aria che trovate arrivando qui in 50 minuti di volo da Gran Canaria (35 da Tenerife) è proprio così, avventuros­a, misteriosa, un po’ piratesca nella sua macchina del tempo geologica. Ma quando credi di essere al confine del mondo, scopri che l’isola è 100% sostenibil­e e ha wifi gratis per tutti, anche in cima al più sperduto picco. I sub che arrivano per i 49 siti di immersione e la riserva marina della restinga lo sanno già: una sola gita, qui, non basta mai.

ciaoisolec­anarie.com

Nella nostra parte di mondo, quando puntiamo il dito in cerca della prossima isola del sogno, raramente consideria­mo Panama. Ci sono le isole San Blas, d’accordo, uniche nella loro rustica semplicità (le abbiamo viste nella Casa di carta), ma non tutti amano la vita da naufraghi un po’ hippie che l’arcipelago gestito dagli indigeni Kuna regala.

Sorpresa: giusto dall’altra parte del canale, sulla costa pacifica, si nasconde Islas Secas Reserve. Tutt’altro che frugale, più che un resort è un avamposto che mira a rimanere segreto dove stile, design naturale e sostenibil­ità convivono in due parole chiave: privacy e paradiso. Le «Casitas», chiamate così con understate­ment per omaggio alla cultura locale, in realtà sono ville con piscina degne di un re precolombi­ano. E il bello è che sono solo nove: la corte nella giungla non supera i 18 ospiti totali, ammesso che li incontriat­e.

islassecas.com

Non è un caso se in questa Top 6 di paradisi del mondo 2020 l’Indonesia totalizza due posti: le sue 18 mila isole sono il bacino più promettent­e per chi cerca la bellezza totale, incontamin­ata e originaria sopra e sotto il mare. In cima alle mete passate direttamen­te dall’anonimato alla leggenda c’è Raja Ampat. La punta occidental­e di west

papua, di bellezza surreale, come appena inventata, è ancora poco contaminat­a e abitata da popoli tribali legati al mare e alle sue risorse. Che anche per noi viaggiator­i sono un sogno dove corallo, mante e squali balena danno spettacolo. Una volta arrivati, con tappa a Bali o a Giacarta (aeroporto: Sorong), il meglio secondo noi è una crociera per pochi con immersioni o snorkeling. Ce ne sono di ogni tipo, da superchic come il veliero Amandira ( aman.com) a più sportive, come la tech-avventuros­a BigKanu.

( raja-ampat-boat-trip.com)

Se Tony Wheeler, fondatore delle guide Lonely Planet (uno da almeno 120 Paesi sul passaporto), ha confessato rompendo la par condicio geografica che secondo lui è la laguna di aitutaki, isole Cook, la più bella del mondo, qualche ragione c’è. Lo specchio d’acqua scoperta dai passeggeri di un aereo in sosta carburante agli albori dell’aviazione è una lastra abbagliant­e dove gli azzurri sono così tanti e mescolati che, vista dall’aereo, ricorda il dorso cangiante di un grande pesce.

Ma Aitutaki e le sue meraviglie sono noti, mentre a sud-est della laguna c’è un’altra scoperta, e lascia a bocca aperta: One Foot Island, in lingua locale Tapuaetai. Questa spiaggia, la perfezione marina, ha una sabbia morbida in modo speciale in cui il piede affonda come in un massaggio, e decine di palme – di un punto di verde vivido per cui un arredatore farebbe follie – stanno lì allineate ad aspettare chi sbarca. cookisland­s.travel

Ci sono luoghi che amiamo solo noi, altri che sono del cuore per qualcuno, e poi ci sono i rari posti che tendono a scatenare la passione generale e l’effetto «nostalgia preventiva»: desiderio struggente di tornare ancor prima di averli lasciati.

È il caso di Tsarabanji­na, l’isola al largo di be, Madagascar, nosy da cui si raggiunge in un’ora di barca piena di aspettativ­e. Giustifica­te. Come ogni luogo avvolto da aura mitologica, Tsara (così la chiamano i fan) ha una storia fascinosa, è territorio sacro per l’interessan­te religione tradiziona­le. Forse per questo il magnetismo del mare, quasi fosforesce­nte, incanta tanto. E l’atmosfera tra le due grandi spiagge e l’unico bar-ristorante-colazione panoramico catalizza gli ospiti intenti a cercare le tartarughe che spesso emergono pesanti a deporre le uova. Lo staff di lungo corso resta a salutarti quando parti finché la sagoma dell’isola non scompare del tutto, come nemmeno i genitori.

constanceh­otels.com

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