IL BANCHETTO DEGLI DEI
Spezie, verdure, cocco, con vista mare: nome in codice, «Sadya». Basteranno 28 portate per scoprire il lato gustoso del KERALA?
Per avvicinarsi alla cucina del Kerala, lo «Stato di grazia» nel Sud dell’India, basta pensare al
sadya, il banchetto vegetariano (spesso vegano) delle feste che può arrivare fino a 28 portate, servito su una foglia di platano usa e getta. Insieme al riso bollito, immancabile, sono servite le portate principali: Parippu, curry di legumi e ghee (burro chiarificato) e sambar, uno stufato di verdure, lenticchie, cipolle, peperoncino, coriandolo e curcuma.
Di contorno non mancano mai il thoran (con fagiolini, cavolo e ravanelli, una grattata di cocco, peperoncino e curcuma in polvere), l’olan (a base di zucca e ceci rossi cotti in latte di cocco) e l’avial, un mix di verdure in crema di cocco e foglie di curry (una pianta che non c’entra con l’omonimo mix di spezie). Tra una portata e l’altra, si alternano snack alla banana (Upperi), cialde di farina di fagioli neri (Pappadam), zenzero, mango e cetrioli sott’aceto. E si finisce con il payasam, il budino al latte di cocco.
Famoso per i suoi giardini di spezie, il Kerala è anche la patria dell’Ayurveda e della sua rigorosa dieta detox (Panchakarma), ma niente paura: il rito benefico depurativo si pratica solo nei centri specializzati. Squisiti curry di pesce e Biryani di gamberi (con riso, ovvio) si ordinano invece nei ristorantini vista mare di
kovalam e fort kochi.