Conde Nast Traveller (Italy)

C’ERA UNA VOLTA

Il caro vecchio taccuino da viaggio. Che nell’era digitale (e della quarantena) è diventato una terapia

- di Alessandro Pellegrino

È il momento del journaling. Ovvero, pensieri, disegni e schizzi appuntati in un’agenda che diventa uno scrigno prezioso, perché racconta noi stessi (spesso a noi stessi). Un fenomeno che, in tempi di like e alta velocità, piace parecchio. «Tutto è iniziato da bambina, avevo difficoltà a esprimermi e scrivevo lettere ai miei genitori», racconta Terci, digital strategist malesiana, che sul profilo

Instagram @ skybambi posta piccoli capolavori di Travel Scrapbooki­ng Journaling, tra i più cliccati del momento. «Per me è una forma di terapia», spiega. «Dalla scrittura sono passata alla documentaz­ione visiva dei viaggi passati. Aggiungo biglietti aerei, fotografie, sottobicch­ieri e piccoli ricordi. Poi condivido le pagine del diario sui social. La comunità digitale è la mia seconda famiglia».

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