C’ERA UNA VOLTA
Il caro vecchio taccuino da viaggio. Che nell’era digitale (e della quarantena) è diventato una terapia
È il momento del journaling. Ovvero, pensieri, disegni e schizzi appuntati in un’agenda che diventa uno scrigno prezioso, perché racconta noi stessi (spesso a noi stessi). Un fenomeno che, in tempi di like e alta velocità, piace parecchio. «Tutto è iniziato da bambina, avevo difficoltà a esprimermi e scrivevo lettere ai miei genitori», racconta Terci, digital strategist malesiana, che sul profilo
Instagram @ skybambi posta piccoli capolavori di Travel Scrapbooking Journaling, tra i più cliccati del momento. «Per me è una forma di terapia», spiega. «Dalla scrittura sono passata alla documentazione visiva dei viaggi passati. Aggiungo biglietti aerei, fotografie, sottobicchieri e piccoli ricordi. Poi condivido le pagine del diario sui social. La comunità digitale è la mia seconda famiglia».