THE SPECIALISTS
Dubai, Arizona, Grecia, Scozia, Kenya, Maldive, Australia… E ovviamente tanta Italia. Queste le rotte seguite dai nostri professionisti del golf e del benessere, che qui svelano i loro Golf & Spa Resort preferiti interviste di
Lorenza Scalisi
« Si chiama così il primo 18 buche dove ho iniziato a giocare. Avevo 12 anni, e la mia famiglia viveva in Kenya, vicino a Mombasa. Il Club era a 300 metri da casa, e ogni giorno ero lì, e pur con la poca acqua, l’erba alta e le condizioni non ottimali, mi sembrava il più bello del mondo. Poi, un’amica di famiglia notò che avevo un certo potenziale. Così, quando quell’estate tornammo come di consueto a Treviso per le vacanze, fu lei a introdurmi a Enrico Trentin, il maestro di
un 18 buche a Mogliano Veneto. E lui mi prese sotto la sua ala. Un anno e mezzo dopo, mi classificai per la Nazionale.
«Devo molto a Federgolf, perché grazie a loro ho giocato sui campi più belli d’Europa, e sono riuscita ad andare al college in America. Ho frequentato per 4 anni l’Arizona State University, che comprende il
disegnato da Pete
Dye, mentre il campione Phil Mickelson, ex studente della stessa università – nonché vincitore per tre volte del Masters, una del PGA Championship e dell’Open – ha di recente realizzato un campo pratica dove ho il privilegio di giocare. Vivo ancora in Arizona, dove amo frequentare anche altri due campi: il con due campi, uno disegnato da Phil Mickelson, il e uno da Tom Fazio, l’upper In entrambi, la particolarità è che da una buca non vedi mai l’altra, il paesaggio è di una bellezza infinita, con cactus e rocce ovunque, e il campo è sempre in condizioni perfette, con green velocissimi. Il è invece un resort con ben 7 campi, la maggior parte dei quali progettati da Jack Nicklaus, con fairway verdissimi, niente erba ai lati a dividerti dalla sabbia del deserto. Una raccomandazione: se lanciate fuori campo, lasciate la pallina dov’è. Un incontro con un