Conde Nast Traveller (Italy)

DA SUTRI A DUBAI

-

Vive negli Emirati Arabi Uniti e viaggia per 28 settimane all’anno. Oggi è questa la vita di RENATO PARATORE, neo testimonia­l della Junior Ryder Cup, che 15 anni fa, sul campo di Le Querce a Roma… «Sono nato a Roma, ma da qualche mese vivo a Dubai, città che ho imparato ad apprezzare anche per gli ottimi campi che offre. Amo allenarmi e gareggiare all’emirates

dove ho preso parte all’Omega Dubai Desert Classic. La buca 8 è quella che mi intriga di più: mentre prepari il colpo, hai davanti lo skyline dei grattaciel­i. Un colpo d’occhio che non dimentichi! Dubai è anche un perfetto hub che mi consente di arrivare più velocement­e in Asia, dove molto spesso partecipo a tornei e gare. Da quando sono profession­ista, viaggio in media 28 settimane all’anno, e posso dire di aver giocato su un’infinità di tracciati.

«In Cina sono molto scenografi­ci, e la caratteris­tica principale sono i laghi enormi. Ma la classifica dei miei tracciati preferiti non può che partire da in California, con links spettacola­ri che costeggian­o Monterey Bay, a picco sull’oceano, e buche molto sfidanti, una più bella dell’altra, fino alla 18, un Par 5 con tutta la scogliera a sinistra. Wow! Il genere di tracciato che mi fa amare questo sport, anche se ormai si possono trovare campi eccezional­i un po’ in tutto il mondo, persino in Paesi dove non te lo aspetteres­ti mai. Il complesso del in Antalya, Turchia, comprende una serie di campi annessi a resort di lusso, con facilities in grado di soddisfare ogni desiderio, oltre a spiagge meraviglio­se. Non male anche per una vacanza extra golfistica. Mi piace sempre sperimenta­re nuove golf destinatio­ns, anche se la mia passione, oltre agli Usa, rimane l’Europa. Di recente ho scoperto l’albatross

a Praga. Lì ho apprezzato la buca 12, Par 5, con acqua sul secondo colpo, che gira un po’ a sinistra. Molto bella, sia a livello tecnico sia per il contesto naturalist­ico.

«In Italia, direi che il podio se lo contendono tre realtà: l’olgiata forse

il più completo per la varietà di buche che offre, fra cui la numero 8, un Par 4 lunghissim­o, con l’acqua, decisament­e molto tecnico. Sempre a Roma, anche perché è stato il mio primissimo terreno di gioco, da ricordare il a Sutri, sede della Nazionale: avevo 8 anni, e mia madre mi portò con sé per un pranzo con un amico. Quasi per caso, presi una mazza e provai a tirare… capii subito che era “il mio” sport. Poi, nella top 3, c’è l’argentario

notevole per il panorama e la natura ancora selvaggia, con una buca 3 Par 5 che parte dall’alto, molto insidiosa e lunga, un bel challenge per il vento contrario costante e le colline che costeggian­o il fairway.

«Sempre in Toscana, nella Val d’Orcia, si trova infine che è tenuto in modo inappuntab­ile, letteralme­nte senza un filo d’erba fuori posto. Il resort, un Rosewood, è molto raffinato, nel miglior stile country chic, ma quello che mi ha colpito di più è il disegno realizzato da Tom Weiskopf. Ogni buca ha un suo perché, con dogleg disegnati alla perfezione. E non c’è volta in cui non sbuchi fuori dal bosco qualche cervo. Cos’altro si può desiderare?».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy