PUGLIA VINCENTE
In vacanza in Sudafrica trova il suo primo campo pratica. Poi, torna nella sua terra e scopre l’amore per questo sport. Breve storytelling del cursus honorum di FRANCESCO LAPORTA «Il mio viaggio nel mondo del golf ha avuto inizio in Sudafrica, durante una vacanza con la mia famiglia, quando avevo 13 anni. Prima giocavo a tennis, e il golf era semplicemente lo sport che praticava mio padre. Eravamo a Durban, e c’era un campo pratica. Provai un colpo, e mi piacque subito. Una volta tornato a casa, in Puglia, decisi che dovevo provare su un campo vero. Sono nato a Castellana Grotte, a circa mezz’ora da Fasano, dove si trova
con il suo campo 18 buche. E lì decisi che quella sarebbe stata la mia vita. Oggi abito a pochi minuti dal campo, a Monopoli. Il San Domenico è diventato la mia seconda casa, oltre che il mio terreno di gioco usuale. Conosco ogni angolo di quel tracciato, che trovo bellissimo in ogni sua parte.
Ma la buca 17 è la mia preferita, un Par 3, lunga circa 190 metri; quando arrivi là sopra ti dimentichi del vento, il vero ostacolo, perché ti guardi attorno e hai davanti tutto il campo e il mare. Sarà che questa è la mia terra, ma quell’insieme è davvero suggestivo.
«Rimanendo in Italia, un altro club dove mi piace giocare è il Si trova all’interno del Parco La Mandria, vicino alla reggia di Venaria, ex riserva di caccia dei Savoia, a circa 20 minuti da Torino, e le 18 buche sono state disegnate da Robert Trent Jones Sr. e Michael Hurdzan. Lì sono ambientati alcuni dei miei ricordi più belli, perché è il luogo dove ho vinto una delle mie prime gare da dilettante e soprattutto il mio primo Italian Open. Poi c’è l’olgiata
sicuramente fra i tre più difficili
d’Italia. La buca da temere è la 18, Par 4 lungo e tosto, arrivi praticamente in club house, e se stai giocando una partita importante può capitare che ci siano anche migliaia di persone a guardarti, come è successo a me lo scorso anno. Un colpo d’occhio da brivido! Al vorrei invece tornarci a breve, perché è passato parecchio tempo da quando ci ho giocato l’ultima volta, e una cosa la ricordo bene: era magnifico! Il paesaggio, gli scorci sul mare della Costa Smeralda, le condizioni di gioco… tutto!
«Volando all’estero, non posso che partire dal Sudafrica, dove per cinque anni sono stato iscritto alla e sono stato socio del
Lì il challenge è la buca 12, un Par 4 abbastanza corto, attraversata da un fiume che parte sotto il tee e arriva fino al green, costeggiando gli alberi. Vicino a Johannesburg si trova poi
con tre diversi campi e una serie di hotel perfetti per una vacanza in famiglia, fra piscine con onde simulate, sculture a dimensioni naturali di elefanti e gazzelle, e tutto in un cratere vulcanico spento trasformato in una foresta tropicale. Al
a Maiorca, sei mesi fa ho vinto il Grand Final, quindi non posso che esserci legato. La 7 è il punto più bello e allo stesso tempo sfidante: un Par 5 in discesa, con un dislivello di 30-40 metri, da dove si può ammirare il panorama su Maiorca e il mare. Mentre una tappa doverosa la si deve fare, almeno una volta nella vita, al
c’è bisogno di dire perché».
in Scozia, e non
«Ad agosto scorso, ho realizzato uno dei miei più grandi sogni: vedere il mio brand di skincare, (dal latino “in somnum”, durante il sonno), inserito in un contesto meraviglioso, quello della Spa del
di cui siamo partner. Un punto di arrivo insperato, soprattutto per il livello di ospitalità in perfetto Italian style che sa offrire il gruppo Baglioni, ma anche un punto di partenza, perché il viaggio è appena cominciato! Insìum ha infatti solo 4 anni, ma in questo breve tempo abbiamo fatto passi da giganti. Il concept vegan e high-tech, dovuto a formulazioni pulite e biotecnologicamente elevate, ci ha permesso di raggiungere subito un buon posizionamento, e anche di dar vita a collaborazioni con realtà di successo. La prima delle quali è stata con un luogo di eccellenza, che in fatto di benessere ha fatto scuola a livello internazionale e che mi ha permesso di mettere a punto una linea di prodotti dedicati al mondo wellness, anche grazie ad alcuni loro input e necessità. Un giorno mi hanno chiesto di realizzare una maschera al melograno, e da lì sono nate formulazioni esclusive, veri e propri protocolli Spa firmati Insìum. E ora, eccoci appunto alle Maldive.
«È un mondo che ho sempre amato frequentare quello delle Spa, e fra quelle che mi hanno colpito di più c’è senz’altro
a Marrakech: un riad ristrutturato con un tocco unico, di grande charme, con un’area benessere e un hammam che ti invita già di per sé al relax. Profumi, oli essenziali e manualità orientali fanno il resto. Ero lì con un gruppo di amici, l’abbiamo affittata in esclusiva per l’ultimo giorno, ed è