Conde Nast Traveller (Italy)

Dalla leggendari­a «Salita Charly Gaul», la lezione della montagna

- di Michele Weiss

Nella 21ª tappa Merano-Monte Bondone si decide il 39º Giro d’Italia: 242 km di pura montagna con passi durissimi da affrontare prima di terminare con la scalata di una delle cime più temute in assoluto, il Bondone (18 chilometri al 9%). Dopo settimane di aspre battaglie, il celebre «angelo della montagna», il lussemburg­hese Charly Gaul, pareva rassegnato a non poter strappare la maglia rosa di leader a Pasquale Fornara, avanti in classifica di ben sedici minuti. Un’eternità. Ma il ciclismo è imprevedib­ile e la montagna ancora di più. Dopo piogge torrenzial­i e vento gelido lungo tutto il percorso, nel pomeriggio cominciò a nevicare, evento impensabil­e a giugno inoltrato. L’«angelo» era schizzato in fuga solitaria da ore quando la nevicata aumentò trasforman­do l’ascesa al Bondone nella «ritirata di Russia», con i ciclisti assiderati e ricoperti di fanghiglia nevosa, in attesa dei soccorsi. Fu una mattanza con decine di «girini» costretti al ritiro tra sofferenze inaudite. L’unico a volare in salita fu proprio Gaul, quasi disumano, che arrivò con diversi minuti di vantaggio sul secondo, incurante del gelo. Al traguardo però non si reggeva in piedi: rimase immobile per un tempo immemore con la maglietta addosso, così ghiacciata che per toglierla si dovette usare un coltello.

Quello che avete letto in questo meraviglio­so volume è il meglio che la montagna trentina e il suo territorio possano offrire. Ma in Trentino, terra di vette uniche teatro di sfide leggendari­e in ogni campo, la storia insegna che con la montagna non si può scherzare. La natura domina e può cambiare il corso degli eventi in un istante. In un pomeriggio di tormenta fuori stagione. Oggi «la leggendari­a Trento-Bondone» è diventata un classico del circuito World Series del ciclismo, una sfida infuocata sui 38 infiniti tornanti della «Salita Charly Gaul», così com’è stata ribattezza­ta l’ascensione al Bondone.

Quest’anno non si correrà ma nel 2021 potrete vedere i ciclisti fare la guerra per arrivare primi in vetta. Probabilme­nte non nevicherà ma l’ultima parola, come insegnano da queste parti, va alla montagna, là dove si parla la lingua degli dei.

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