«Ho compreso, infine, che nel bel mezzo dell’inverno, vi era in me un’invincibile estate»
un’amaca. In origine i joali erano un prodotto derivato interamente dalla palma, con la struttura di legno e la seduta di corde di cocco.
Le Maldive hanno una ricca cultura, dalle tradizioni che sopravvivono ancora oggi. Ho imparato a tenere a portata di mano il mio sarong, per potermi coprire in fretta quando cammino per le strade o devo interagire con qualcuno. I maldiviani sono socievoli e accoglienti e, se vi dimostrate interessati, sono disponibili a mostrarvi la loro isola e a raccontarvi dei dintorni. Se vi impegnate a conoscerli meglio è facile che finiate a casa loro a gustare un pasto maldiviano appena preparato.
Il cuore della cucina maldiviana è il pesce. Unito al cocco, altro ingrediente base della cucina locale, ha un sapore freschissimo. A colazione si deve assolutamente provare il delizioso mas huni, tonno con cocco, aglio e peperoncino, servito con pane roshi. A pranzo, pesce al curry con riso. Il pomeriggio è il momento degli spuntini, samosa o tortini di pesce, in uno dei vari caffè. A cena io consiglio tonno alla griglia e la minestra di pesce maldiviana, la garudhiya. I maldiviani non stanno mai fermi e quando scende la sera cominciano a ballare. Prendere parte a uno spettacolo di danza e percussioni come il boduberu è indispensabile per poter dire di avere fatto qualcosa di veramente maldiviano.
La mia esperienza alle Maldive è cominciata sull’isola di Maafushi, nell’atollo di Malé, la più nota ai turisti. È stato lì che ho messo la prima spunta alla mia locale bucket list, la lista dei desideri di «esperienze da provare prima di morire». Una sera che stavamo passeggiando sulla spiaggia, sperando di vedere qualche cucciolo di squalo o qualche razza, ci siamo accorti che quando le onde si infrangevano sulla riva la spiaggia si illuminava di scintille blu. Era la meraviglia del plancton bioluminoso. Guardandomi sotto le piante dei piedi le vedevo ricoperte di minuscole lucine azzurre.
Più ti allontani da Malé, l’isola-capitale, meno resort e isole abitate trovi. Adoravo fare escursioni lontane dai luoghi più turistici e trovare remote isolette deserte e incantate lingue di sabbia senza anima viva, la perfezione assoluta per me e il mio drone. Ho avuto la fortuna di visitare più di 70 isole maldiviane, tra abitate, disabitate e turistiche. Il numero non comprende gli innumerevoli, magici banchi di sabbia, le dune sabbiose bianchissime che emergono dall’oceano con la bassa marea.
Fare snorkeling con le magnifiche mante della baia di Hanifaru è un altro di quei desideri che ho realizzato. Hanifaru è uno dei siti naturali più famosi del mondo per le mante. È stato stimato che albert camus
la baia sia arrivata a ospitarne oltre 200 esemplari contemporaneamente. L’atollo è una Riserva della Biosfera Unesco. Quando sono andata nell’atollo di Baa ho scoperto l’esistenza di Maalhos, un’isola abitata non lontana dalla baia di Hanifaru. Che è un’area protetta: per poter accedere e nuotare con le mante serve una guida certificata. Proprio a Maalhos, dopo molte ricerche, ho contattato Dhaanu, che gestisce un centro immersioni di proprietà locale, il Maldivers Diving Centre.
La dedizione che questa gente mostra nel volere aiutare e proteggere la natura mi ha spinto a tornare più volte a Maalhos. Sono entrata anche in contatto con Kate, una ragazza inglese che organizza ritiri yoga (con l’Island Spa Retreat) e lei mi ha coinvolto nelle attività locali di conservazione e tutela dell’isola. Il centro immersioni organizza squadre di pulizia su Maalhos e anche del reef, la barriera corallina, a cui ho partecipato. Mentre giravo da un’isola all’altra avevo notato una gran quantità di plastica spiaggiata sulle rive, ma solo quando ho preso parte alle operazioni di pulizia subacquea mi sono resa conto di quanti rifiuti finiscano nell’oceano. È stata una rivelazione.
Girando per le tante isole delle Maldive ognuno può crearsi il proprio viaggio da sogno, il suo naufragio personale. Servono un po’ di sforzi e ricerche, ma vi garantisco che alla fine ne vale la pena: puoi capire che tipo di avventura ti aspetta solo quando ti ritrovi laggiù, a piedi nudi sulla sabbia.