Conde Nast Traveller (Italy)

Leonardo Vescera

“MI ISPIRO AI PESCATORI, AI CONTADINI DELLA PUGLIA E ALLE RICETTE DELLE DONNE ANZIANE ”

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Nei suoi piatti porta il mare e ai suoi ospiti offre il miglior tavolo con vista sul porto di Vieste, il più a est dell’Adriatico. Da Il Capriccio si assiste al rientro dei barconi del pesce, si colora la cena con i racconti dei pescatori e ci si lascia inebriare da una fusione di sapori che conduce dall’Asia a Parigi, dall’America a Mosca, per poi ritrovare l’approdo sicuro, familiare, in terra di Puglia. Leonardo Vescera, 43 anni, apre il suo ristorante che definisce «una pulsione, un istinto primordial­e irresistib­ile» nel 2007, inseguendo un sogno iniziato da bambino, «a 12 anni, quando cucinare era necessità, poi della cucina me ne sono innamorato e non l’ho più lasciata». Chi lo vede alle prese con gli attrezzi da chef, mentre dipinge la tavolozza aromatica dei suoi piatti, nota subito i virtuosism­i, gli skill acquisiti nelle esperienze internazio­nali – da Buckingham Palace al Kulm di St. Moritz – ma lui, rivela, per trovare l’essenza armonica della tavola, preferisce pensare ai contadini con le mani nella terra, ai trabucchi di legno protesi sul mare, al profumo di tartufo che invade l’autunno del Tavoliere. Ma, soprattutt­o, alle ricette delle donne anziane, come le cozze ripiene, «che sono per me il piatto della memoria, e i maccheronc­ini al ferro, senza uova, con il ragù cotto per sei ore. Lo preparavan­o le mie nonne e io guardavo rapito, mentre il tempo scorreva lento, e pensavo che loro soltanto cucinasser­o. E nulla più».

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