Conde Nast Traveller (Italy)

FRANCIS MALLMANN

Lo chef argentino, re delle griglie, sogna un picnic con Parigi: per lui è la «signora» più bella e affascinan­te del mondo

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Il primo posto dove vuoi andare in viaggio appena possibile?

«La Isla in Patagonia. Non ci torno da un anno, e non vedo l’ora di essere lì. Ascoltare il vento, la neve, la pioggia, il sole. Guardare le nuvole, gli alberi, il fiume, le trote. Mi manca tantissimo».

La tua vacanza perfetta?

«Viaggio molto, e quando ho qualche giorno libero desidero stare in una delle mie case, preferibil­mente in Patagonia. L’unico altro posto dove mi piace andare è Parigi. Amo quella città. È così generosa con me. La sento piena di fantasmi e segreti».

Prima colazione a...?

«Dipende da dove sono, se è estate o inverno, se desidero uova con avocado e pomodori o pane tostato con burro e marmellata. Prendo sempre il caffè, tantissimo caffè. È uno dei pasti più romantici della giornata».

Quel pranzo o quella cena che vorresti proprio ora?

«Un picnic con Parigi, al Jardin Shakespear­e o al Bois de Boulogne. Parigi è la più bella signora del mondo».

Una canzone che ti fa pensare alle vacanze?

«Father and son di Cat Stevens. La canto da quando avevo 13 anni».

Quella vista memorabile?

«Ho un piccolo hotel con ristorante e azienda agricola sulle colline di Garzón, in Uruguay. Da lassù vedo il mare, le lagune, altre colline e vallate. E di notte non c’è una luce accesa nel raggio di chilometri».

Il libro che ti ha spinto a viaggiare?

«Larousse gastronomi­que. Quel compendio di ricette francesi mi faceva sognare vini straordina­ri (anche Madeira e Porto) e piatti deliziosi. È stato il mio primo viaggio, finché non sono riuscito ad andare davvero in Francia».

Albergo preferito?

«Il Bel-Air a Los Angeles. È pieno di storia, e quando entri sembra che ti abbracci con affetto. Mi piacciono la piscina, il ristorante, anche quello all’aperto (Puck), dove si mangia tra fiori e piante, la colazione in camera, i giardini, accendere i fuochi e cucinare lì».

Il film le cui location ti portano via?

«La figlia di Ryan, un film degli anni ,70 che si svolge in Irlanda: quelle spiagge e quelle scogliere scoscese mi hanno conquistat­o».

Il tuo look vacanziero?

«Indosso dei vecchi jeans con le toppe e i miei inseparabi­li stivaletti di Hermès degli anni ,80. E cambio giacca ogni giorno».

Un ente che sta rendendo il mondo un posto migliore?

«Plasticoin è una fondazione di Piripolis, in Uruguay: tu porti la plastica da riciclare e ti restituisc­ono monete, sempre in plastica, da spendere in oggetti fatti da loro».

Lo shopping migliore?

«In Dover Street, a Londra: è la via più elegante del mondo, secondo me».

La prima cosa che noti in una camera d’albergo?

«Guardo se ci sono fiori. Se no, esco a comprarli».

Compagno di viaggio perfetto?

«I miei figli. Ne ho sette, da 2 a 40 anni».

Un classico nella tua valigia?

«Una spazzola in legno per pulire giacche e cappotti. Curo i miei vestiti come fossero degli amanti. Dopotutto mi stanno addosso. Ovunque vada mi porto anche dei tessuti per decorare le camere in cui dormo, una scatola di acquerelli e un kit per cucire».

La tua lounge preferita in aeroporto?

«Quelle di American Airlines: offrono un buon caffè e trovi sempre un angolo tranquillo dove rilassarti e meditare prima del volo».

La tua corsa in taxi più bella?

«A Londra. I taxi sono eleganti e silenziosi. E sembra che gli autisti scelgano i percorsi più belli tra parchi, castelli e palazzi».

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