Confidenze

RIPORTAMI BABBO NATALE!

Ogni anno mio marito indossa il costume rosso e la barba bianca per far contenta Aurora, nostra figlia. Questa volta però passeremo le feste in modo diverso, noi due soli in crociera. Come la prenderà la bambina?

- STORIA VERA DI MARGHERITA C. RACCOLTA DA ELENA MACCHI

Sull’agenda aperta scorrono i giorni di dicembre: sulle pagine, ho già appuntato parecchi appuntamen­ti di lavoro. Anche quest’anno finirà con la sua coda densa di impegni, che mi accompagne­ranno in queste settimane che anticipano­la Vigilia di Natale. La mia piccola Aurora sta già facendo il conto alla rovescia. Ha riempito fogli interi, ritagliand­o dai volantini dei supermerca­ti foto di giocattoli colorati, fantasiosi e irresistib­ili, fino a formare un piccolo libro artigianal­e dei desideri, che lei chiama sempliceme­nte “letterina di Natale”, rilegato con metri di scotch, decorato a motivi natalizi. È il suo passatempo preferito nei pomeriggi che trascorre da mia madre, dopo la scuola. Ora eccola qui, è venuta a trovarmi in ufficio, da sola. Non deve fare molta strada: solo attraversa­re il giardino inarrivare terno alla casa e fino al campanello della “casetta azzurlei, ra” come la chiama dove c’è il mio ufficio. Io sono qui durante il giorno, a volte mio malgrado anche la sera, quando lei dorme, e mio marito Andrea la imita sul divano.

«Piccolina, che ci fai qui tutta sola? Dov’è nonna? Lo sai che non posso stare sempre con te quando lavoro».

La guardo interrogat­iva mentre le accarezzo i capelli così lucidi e neri, da sembrare un lungo nastro di seta. «Nonna è al telefono con una sua amica. Non potevo disturbarl­a. Sono qui perché voglio una busta grandissim­a».

«A che ti serve la busta?».

«Devo metterci dentro una letterina molto grande, quella per Babbo Natale».

«Eccoti accontenta­ta» esclamo, mentre mi dirigo al cassetto della scrivania ed estraggo una busta porta documenti. «Questa è abbastanza grande?». Aurora la guarda e annuisce seriamente con il

LA MIA PICCOLA HA GIÀ RIEMPITO DA GIORNI FOGLI INTERI DI DESIDERI

capo. «Vuoi vedere come ho fatto la letterina?».

«Certo, stasera quando io e papà ti raccontere­mo la fiaba della buonanotte».

Guardo Aurora attraversa­re seria il cortile verso casa, orgogliosa di avere la busta tra le mani. È una bambina tranquilla, ama molto disegnare, e fare piccoli lavoretti, in cui mostra un’ottima manualità. Frequenta l’ultimo anno di scuola materna. Durante la settimana, di lei si occupa mia madre. Con le nostre profession­i, né io né Andrea abbiamo molto tempo libero nei giorni feriali. Lui ha un negozio di ferramenta ben avviato, mentre io mi occupo di marketing e pubblicità. Quest’anno è stato particolar­mente faticoso dal punto di vista lavorativo. Sia io che Andrea ne sentiamo la stanchezza e abbiamo accumulato molto stress, che si è trasformat­o in nervosismo, trasportat­o anche tra le pareti domestiche. Ci tiene lontani, anche quando siamo fisicament­e vicini. Ognuno chiuso nel circolo ristretto delle proprie difficoltà quotidiane. Io, con le mie giornate storte in ufficio, lui con il rinnovo del negozio e la presenza di un nuovo socio collaborat­ore, che si sta rivelando al di sotto delle sue aspettativ­e. Lo capisco, anche se preferisce non confidarsi molto con me. Spesse volte le serate trascorron­o silenziose davanti a un film, su cui io, come credo Andrea, non riesco a concentrar­mi, perché sempre collegata con il pensiero al lavoro. Insomma non stacchiamo mai.

La domenica è dedicata alla famiglia. Portiamo Aurora a fare delle gite, oppure quando il tempo non lo permette, partecipia­mo con lei ad alcuni laboratori creativi per i bambini, a volte è il turno di qualche spettacolo teatrale. Non che tutto ciò mi dispiaccia, ma va a discapito della coppia. Io e Andrea non ci ritroviamo più. Lo spazio che dovrebbe essere anche un poco solo nostro, è totalmente occupato dal lavoro e da nostra figlia, allontanan­do il piacere di aspettarsi per stare insieme, soffocati da questa grigia routine, fatta di impegni e situazioni che lasciano poco spazio alla vita di coppia, al privato in senso stretto.

C osì quest'anno ho avuto un’idea: Fare un sorpresa ad Andrea. Un regalo inaspettat­o. Un viaggio per Natale, in uno di quei posti meraviglio­si che sotto le feste non si consideran­o, perché Natale è casa e famiglia, non solo coppia. Io però questa volta voglio sovvertire gli ordini!

Mi piacerebbe creare uno spazio solo nostro, allontanan­do le preoccupaz­ioni e i soliti pensieri, di cui sono piene le pareti domestiche. Anche Andrea apprezzere­bbe molto, non avrei preso questa decisione se non ne fossi più che certa. Un viaggio dunque. Solo per noi due, e non solo fine a se stesso, ma pensato con l’intento di riuscire a ritrovarci, sentirci più vicini e accompagna­rci con serenità per i lunghi mesi del nuovo anno ormai imminente. Ho acquistato due biglietti aerei con volo per Barcellona. Da lì con una lussuosa nave da crociera, salperemo per un tour del Mediterran­eo e di alcune isole.

Ho previsto il volo per la notte del 24 dicembre, due giorni prima della partenza della nave, così da poter visitare la città. Ci aspettano escursioni con paesaggi mozzafiato, ambienti lussuosi, cura e coccole, temperatur­e miti e bellissime città. Certo, mio marito

IO E LUI NON ABBIAMO MAI UN MOMENTO PER NOI, LO SPAZIO È OCCUPATO DAL LAVORO E DALLA FAMIGLIA

non potrà indossare il costume da Babbo Natale quest'anno. Andrea si traveste da quando Aurora, aveva due anni, ora ne ha quasi sei. Tutti gli anni, nel tardo pomeriggio della Vigilia, in gran segreto compie la “vestizione”. Poi esce di casa dalla porta sul retro, aggirandos­i per lo stretto viottolo di bosco che costeggia la recinzione del giardino, spesso in dicembre imbiancato da una fitta brina, e costeggiat­o dai rami spogli e fumosi per una leggera nebbiolina grigia azzurra. Si carica sulle spalle un vecchio sacco di juta, in mano ha una lanterna e procede al suono di una campanella.

Conserva lanterna e campanella, tutto l’anno, nascoste sullo scaffale più alto della ferramenta. Quando Aurora sente il suono avvicinars­i, si precipita alla finestra, incollando il suo piccolo nasino al vetro, e seguendo il movimento dell’alone di luce che avanza, batte le mani per festeggiar­e l’arrivo di Babbo Natale, che si svela come un’immagine un po’ sfocata, dentro le prime ombre della sera.

Quest’anno il rito le mancherà, lo so. Ho parlato della sorpresa che voglio fare ad Andrea con mia madre che mi è apparsa molto scettica sul fatto di lasciare sola Aurora proprio nel momento della festa più bella. Le ho ribattuto che la bambina non sarà affatto sola, trascorrer­à come sempre, un Natale in famiglia, con lei, gli zii, e i tre cuginetti.

«Vi piace la letterina che ho fatto per Babbo Natale?»

Aurora è già nel suo lettino e ci indica il plico di ➤

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