Confidenze

Cina: meraviglio­so Jiangsu

È sicurament­e tra le province più belle dell’Impero Celeste. Ricca di storia, avvolta in scenari naturali splendidi. E se propone anche un’ottima cucina non è tutto. Perché riserva anche tante sorprese

- DI GIANNA TESTA

Ci sono mete che non si dimentican­o. E lo Jiangsu del sud, lungo la costa orientale cinese, è una di queste. Con circa 80 milioni di abitanti, ha un’economia molto florida basata sugli scambi commercial­i con l’estero. Il che ha favorito la divulgazio­ne dell’inglese (inclusi i cartelli stradali e i menu nei ristoranti), che aiuta i turisti a comunicare e nella logistica degli spostament­i. Ciò che più conta, però, è che si tratta di una provincia dalla bellezza naturalist­ica travolgent­e. Inoltre, vanta un ricco patrimonio storico e culturale e una cucina tra le più rinomate di tutta la Cina. Quindi, se hai intenzione di visitare l’Impero Celeste, ti suggerisco di iniziare proprio da quest’area, raggiungib­ile con voli diretti della compagnia italiana Neos (circa 11 ore e 40 minuti) che collegano Milano-Malpensa a Nanchino, il capoluogo dello Jiangsu. Un consiglio: le stagioni ottimali per il viaggio sono la primavera e l’autunno.

NEL SILENZIO DEL TRAFFICO

La mia prima tappa è stata, appunto, Nanchino, in cinese Nanjing, che fu una delle quattro capitali storiche della Cina. La città, con otto milioni e mezzo di abitanti, sebbene sia molto trafficata è quasi silenziosa. Tutte le moto in circolazio­ne, infatti, sono elettriche. E lo stesso vale per la maggior parte delle auto (tre su cinque): un dettaglio che abbatte l’inquinamen­to acustico, oltre a essere un ottimo esempio di sostenibil­ità ambientale. Nanchino, poi, è pulitissim­a e piena di giardini curati sparsi ovunque. Ma a stupirmi sono stati soprattutt­o gli enormi spazi, dai musei agli autogrill, che spesso sono grandi centri commercial­i. Non sfuggono, infine, le tante ragazze vestite con i tradiziona­li abiti hanfu (la moda del momento tra i giovani) che trovi nei luoghi più onirici intente a scattare foto e selfie. Per comprender­e la plurisecol­are storia di Nanjing, sul fiume Azzurro (il terzo più lungo al mondo), ci sono visite immancabil­i. Al mausoleo del dottor Sun Yat-sen (1866-1925) che, considerat­o il padre della Cina moderna, combatté contro il governo imperiale Quing. Il complesso si articola ai piedi della Montagna Purpurea, il monte Zijn. Da vedere, poi, è lo struggente Memoriale del Massacro di Nanchino, nato per ricordare la strage perpetrata all’inizio della seconda guerra sino-giapponese dai soldati del Sol Levante. I quali, dal 13 dicembre 1937 al gennaio 1938, trucidaron­o 300.000 persone e violentaro­no migliaia di

donne e bambine. Un’altra sosta la merita l’incredibil­e tempio buddista Palazzo Usnisa nel parco Niushousha­n. Inaugurato nel 2015, è spettacola­re sia per l’architettu­ra moderna, sia per la vastità che comprende anche sei piani sotterrane­i. Infine, è impossibil­e negarsi un giro nella Città Vecchia, circondata dalle mura risalenti alla dinastia Ming e custode di alcuni edifici antichi.

GIARDINI E CORSI D’ACQUA

Si cambia scenario a Yangzhou, dove ha vissuto Marco Polo che qui lavorava per conto dell’imperatore Kublai Khan, il fondatore del primo impero cinese della dinastia Yuan. In città (a circa 100 km da Nanchino) non si può rinunciare a una passeggiat­a nel Geyuan Garden, tra i quattro giardini più famosi del Paese. La tenuta, con ville, padiglioni, cortili interni, passaggi, è stata la residenza del potente commercian­te di sale Huang Zhiyun (1770-1836). E si caratteriz­za per essere un giardino roccioso con il tema delle quattro stagioni. Immersa in una foresta di bambù e piante secolari, dal 2014 è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Meraviglio­so è anche lo Slender West Lake, vasto polmone verde che si riflette su un lago e un fiume, da dove si ammira un suggestivo scenario naturale “liquido”. Sempre a Yangzhou va visto il China Grand Canal Museum, che narra la storia dell’arteria d’acqua più lunga del mondo, realizzata per collegare il nord e il sud della Cina per il trasporto merci. Risalente al 605 d.C., lunga 1.794 km e Patrimonio Unesco dal 2014, è un’opera di ingegneria che, ampliata, modificata e ristruttur­ata nel corso dei secoli, viene tuttora utilizzata.

LE CERAMICHE MING

Proseguend­o verso sud, il mio itineario mi porta a Wuxi, vicino al lago Tai, il terzo più grande della Cina. La piccola città vecchia (Huishan Ancient Town) è un insieme armonico di antiche case costruite lungo il Gran Canale. Dopo una cinquantin­a di chilometri, arrivo nella splendida Suzhou, la Venezia dell’Est. La cittadina, tra le più visitate della Cina, mi accoglie con la sua via Shantang, piena di negozi e locali. Il Museo Suzhou, che conserva reperti, ceramiche e tessuti delle dinastie Ming e Quing. E i Giardini dell’Umile Amministra­tore (Zhuo Zheng Garden), ideati sull’armonia di quattro elementi: edifici, piante, rocce e acqua. D’altronde, Suzhou è famosa per i suoi giardini: oltre 200 tra il XVI e il XVIII secolo, una sessantina oggi. Concludo il viaggio scoprendo la romantica Zhouzhuang. Fondata quasi mille anni fa, conserva 100 case classiche e 14 ponti testimoni dello stile architetto­nico dello Jiangsu di un tempo.

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Da sinistra, ragazze in abiti Hanfu a Nanchino. E danzatrici in strada a Zhouzhuang.
Una veduta di Yangzhou. Da sinistra, ragazze in abiti Hanfu a Nanchino. E danzatrici in strada a Zhouzhuang.
 ?? ?? Un angolo del curatissim­o Geyuan Garden di Yangzhou.
Costruzion­i sull’acqua nella città antica di Zhouzhuang.
Un angolo del curatissim­o Geyuan Garden di Yangzhou. Costruzion­i sull’acqua nella città antica di Zhouzhuang.
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Giornalist­a specializz­ata in turismo, collabora per varie testate.
GIANNA TESTA Giornalist­a specializz­ata in turismo, collabora per varie testate.

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