Desirée Popper: «Oggi il mio lusso è poter sognare»
È nel cast di “Mare fuori” dalla prima stagione, ma non avrebbe mai pensato di fare l’attrice. Figlia di una mamma bambina, non ha avuto un’infanzia facile. Ed è fiera di tutto ciò che ha ottenuto
«State seguendo Mare fuori? Spero di sì, perché è una serie bellissima. E per me è una grande soddisfazione fare parte del cast dalla prima stagione. La fiction piace tanto al pubblico perché racconta la realtà nuda e cruda, anche quando può dare fastidio. C’è molta verità nelle storie dei giovani detenuti del carche, cere minorile. Dinamiche reali forse, non tutti conoscono. Ma che esistono ovunque dove c’è disagio, non solo a Napoli. Sono vicende universali di caduta e riscatto, di ragazzi che sbaamgliano perché non conoscono bienti diversi da quello in cui sono cresciuti. Oppure, che scelgono il male coscientemente. Ognuno di loro, però, ha sempre la possibilità di cambiare. In fondo, chi è esonerato dal rischio di commettere errori?
Se a me capita, mi dico: “Ok, è andata così, andiamo avanti”. Ma su alcune cose sono molto severa con me stessa e fatico a perdonarmi.
CONSUELO MI ASSOMIGLIA
Quando mi hanno offerto la parte di Consuelo, la moglie del comandante del corpo di guardia del carcere minorile Massimo (interpretato da Carmine Recano), ho accettato subirivista to. Anche perché mi sono in questa brasiliana che arriva in Italia in cerca di una nuova vita. È ciò che ho fatto io, 15 anni fa. E poi, anche se in questa quarta stagione la vedreimpulsiva mo più cauta, Consuelo è come me, prima parliamo e poi pensiamo. Ma in questa quarta stagione la vedremo più cauta. Identificarmi nel personaggio è stato facile perché ha la mia genuinità. In più, siamo cresciute insieme, dato che io ho esordito sul set nei suoi panni. Mare fuori è stata una grande scuodevo la. Ogni tanto darmi dei pizzicotti per credere che sia tutto vero. Da bambina non avrei mai potuto immaginare di fare l’attrice. Volevo diventare poliziotta, per fare giustizia. Sono nata a Blumenau, nel Sud del Brasile, e la prima parte della mia vita non è stata facile. Da piccola non avevo nessuna fantasia, non potevo permettermela. Ho inisognare ziato a solo da adulta.
A SCUOLA ERO BRAVISSIMA
La mia storia potrebbe ispirare un film. Quando sono nata, mia madre aveva solo 13 anni, mio padre 20. Violento, non proprio raccomandabile, è finito anche in prigione. Dopo un anno e mezzo è arrivata mia sorella Daniela e a quel punto mamma ci ha lasciate ai nonni paterni. Ci ha abbanl’abbiamo donate. Non più vista, finché un pomeriggio (avevo otto anni) è venuta a trovarci. Ci ha portato a fare una passeggiata e poi è sparita di nuoricordo vo. È l’unico che ho di lei. Solo due anni fa, mi è venuto il desiderio di cercarla perché avevo iniziato a scavare dentro di me, nel mio passato. L’ho trovata, ci ho parlato, ma lei era molto in imbarazzo, non era pronta. Volevo capisse che non provo rancore. Era una bambina e a 13 anni non sai cosa stai facendo. Quindi, non la incolpo di nulera la. Invece, lei a provare rancore verso se stessa ed è finita lì. Mentre mio padre non l’ho più voluto vedere io, appena ho avuto la facoltà di sceOra gliere. non c’è più, è morto 12 anni fa. I miei veri genitori sono stati i nonni. Ci hanno dato un’educazione, insegnato cosa è giusto e cosa no. Infatti, a scuola sono sempre stata brava, ero una
vera secchiona. Per me e per Daniela entrare in classe era una via di fuga. Curiosa come sono, amavo la storia dell’arte. E ritrovarmi a Roma, dove ho visto di persona i monumenti che avevo studiato, è stato davvero emozionante. Ancora oggi, quando vado in giro per la città non mi stanco mai di guardarmi intorno. Sono legatissima a mia sorella, è la mia migliore amica, ci consigliamo. Anche se lei è rimasta in Brasile, ci sentiamo almeno tre volte al giorno (per fortuna esiste WhatsApp). Non ha voluto raggiungermi perché la sua felicità è diversa dalla mia. Ma sono fiera di noi: entrambe ce l’abbiamo fatta. Daniela è una nutrizionista, si è sposata. Ed è orgogliosa dei miei successi di attrice. Quando torno nel mio Paese, vado sempre a rivedere i luoghi in cui sono cresciuta, per tenere i piedi piantati a terra e apprezzare il percorso che ho fatto. Anche se niente mi è stato regalato.
TENGO ALLA MIA INDIPENDENZA
Come dicevo, mio padre non era certo un esempio. Ma quando sono arrivata in Italia ho conosciuto un ragazzo meraviglioso che mi ha fatto capire che esistono anche uomini perbene, pieni di amore e di rispetto. Mi ha sempre dato buoni consigli e mi ha supportata. La nostra è stata una storia bellissima, anche se ora è finita. Qui da voi avevo iniziato a lavorare come modella, il mondo del fashion mi piaceva e mi permetteva di mantenermi. Poi una sera, a Roma, sono andata in un piccolo teatro, il Golden, dove il palco è vicinissimo agli spettatori. Quando ho visto l’amore del pubblico per l’attore che recitava, ero ipnotizzata e ho capito che quello era il lavoro che volevo fare: dovevo studiare recitazione. La bellezza aiuta, ma a volte è un sassolino che ti costringe a lavorare il doppio per dimostrare che oltre all’aspetto fisico c’è altro. Ho fatto un passo alla volta e ho trattato ogni ruolo, anche il più piccolo, come una conquista eccezionale alla quale essere grata. Se vogliamo parlare di sentimenti, invece, in questo momento sono single. È che sono particolare: vorrei un fidanzato che non mi consideri la sua prima priorità, ma la seconda. La prima deve essere la realizzazione dei suoi obiettivi, perché chi non è felice non può rendere felice la persona che ha accanto. Invece, incontro solo uomini che si attaccano come ventose. A me, che sono indipendente. Anche emotivamente. Cerco un compagno che ami l’autonomia come me. Non mi importano la sua età o la professione. Voglio trovare l’amore vero, il sesso in questo periodo mi interessa meno. Ma non escludo nessuna possibilità. Non mi è mai successo di innamorarmi di una donna, ma non escludo che possa accadere. Per il resto, mi piacerebbe molto andare a vivere in campagna, in una casa piena di animali che amo tanto. Da bambina, quando vedevo un cavallo in un prato cercavo di salirci, ero una scimmietta su un destriero. Poi, ho imparato a montare, ho vinto gare western (ma il cavallo non era mio) e non ho mai smesso. Anche adesso andare al maneggio è una delle cose che mi rende felice, insieme alla musica. Ma non penso tanto al futuro. Preferisco vivere alla giornata, guardare tanto in là mi fa paura.
LA MIA VITA POTREBBE ISPIRARE UN FILM. QUANDO SONO NATA MIA MADRE AVEVA 13 ANNI, MIO PADRE 20 E SONO STATA ABBANDONATA AI NONNI