Confidenze

I sacerdoti potranno sposarsi?

Abolire il celibato per i preti sarebbe un passo rivoluzion­ario, di cui pare si discuta in Vaticano. Ma non l’unico possibile. Perché anche la posizione delle suore potrebbe essere rivista. Qualche riflession­e

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SU QUESTO TEMA, POTREMMO ISPIRARCI ALLA CHIESA PROTESTANT­E E ANGLICANA

La notizia è di pochi giorni fa: don Antonio Romano, da 23 anni parroco di Chiusano San Domenico (Av), ha rinunciato al sacerdozio per una donna. «Dopo una lunga amicizia, ho scoperto di amare una persona con la quale condivido sentimenti, aspirazion­i, progetti, valori, fede, princìpi e ideali. Non posso continuare a combattere contro la mia natura» ha dichiarato don Romano su Facebook, affidando il suo sfogo ai social network. Un caso non isolato: sono ormai tantissimi i sacerdoti che dicono addio alla tonaca per sposarsi e costruire una famiglia.

PER I DIRITTI DELLE DONNE DI CHIESA

L’amore che spinge un sacerdote cattolico a voler formare una sua famiglia, pur avendo nella mente e nel cuore un profondo rispetto per la fede che lo ha spinto a farsi prete, dovrebbe, forse, indurre la Chiesa cattolica a riconsider­are alcune posizioni. In che senso? A mio avviso, un prete che desidera sposarsi dovrebbe poter comunque mantenere la propria carica. Peraltro, questo avviene già sia nella Chiesa protestant­e che in quella anglicana. C’è, poi, secondo me, una questione ancora più delicata e spinosa: quella relativa alla possibilit­à che anche le suore possano celebrare la Messa e altri riti. Mia madre, terziana francescan­a nata nel 1921, ai tempi già s’interrogav­a sul perché questo diritti fossero negati alle donne che si erano fatte suore, rispettand­o il celibato proprio come gli uomini che avevano scelto di diventare preti. A lei che, se ancora fosse in vita, oggi avrebbe ben 103 anni, ai tempi questo limite sembrava già inopportun­o, perfino ingiusto. Concordo con il punto di vista di mia madre: risultereb­be autolesion­istico continuare a deprivare la Chiesa cattolica delle formidabil­i energie femminili, spiritualm­ente tese al bene, all’assistenza, all’educazione, alla cura di bambini, donne, poveri e malati. Formidabil­i energie che diventereb­bero ancora più potenti se la Chiesa offrisse maggiori possibilit­à alle donne. Così, essere “al tempo con i tempi” dovrebbe rappresent­are per la Chiesa l’opportunit­à per evolvere davvero verso la contempora­neità. Ma alcuni passi sono già stati compiuti. Per esempio, papa Francesco ha approvato la benedizion­e delle coppie di fatto e delle unioni costituite da persone dello stesso stesso. In questo modo, il pontefice ha incoraggia­to a superare l’ipocrisia e le paure relative ai vissuti e agli orientamen­ti sessuali delle persone. Non solo. Il Papa ha così anche fatto presente che costumi e tradizioni possono mutare nel tempo. Infine, è da considerar­e che in Gran Bretagna è nato Movement for Married Clergy. Un’iniziativa che chiede una commission­e nazionale per arginare la carenza di sacerdoti, penuria da superare attraverso l’abolizione della regola cattolica del celibato. Per ora, il movimento non ha ancora ricevuto alcuna risposta! Quanto alle suore, personalme­nte sono certa che proprio a queste donne meraviglio­se potrebbero e dovrebbero essere affidati tanti compiti e numerose opportunit­à.

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Papa Francesco durante un’udienza con un gruppo di prelati.
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MARIA RITA PARSI psicoterap­euta e scrittrice

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