Lo sport mi ha salvato la vita
Appassionarsi a un’attività fisica è una grande fortuna. Perché spinge ad allenamenti che fanno bene al corpo e alla mente. E può anche contrastare malanni gravi. Come rivelano queste testimonianze
L’italiana Antinisca Cenci compare tra le 100 donne più influenti del 2023 nella classifica dell’emittente televisiva britannica Bbc, tra Michelle Obama e Amal Clooney. Originaria di Noventa Vicentina, nata con la sindrome di Down, Antinisca ha iniziato a praticare volteggio equestre quando aveva 30 anni: veniva considerata fragile per le complicazioni post parto e, in teoria, non sarebbe dovuta sopravvivere al primo raffreddore. Invece, a 40 anni era in tournée con una squadra che praticava ginnastica a cavallo. E si è allenata con la campionessa del mondo di volteggio Anna Cavallaro, impegnandosi anche con l’associazione Inclusion Europe per i diritti delle persone con disabilità intellettiva. Un esempio di come l’attività fisica aiuti ad affrontare malattie, crisi o stalli esistenziali. Alcune donne raccontano come lo sport ha salvato loro la vita.
Simona Lavazza costumista Rai e presidente di Rosaremo «Il canottaggio è la mia meditazione»
«Ho praticato canottaggio agonistico dai 14 ai 19 anni. Poi, altri sport. A 33 anni mi sono ammalata per la prima volta di cancro alla mammella.A 43 per la seconda, a causa della stessa mutazione genetica di Angelina Jolie e, purtroppo, di mia figlia. Durante la malattia andavo a correre e nuotavo: essendo sempre stata una sportiva, se non mi muovo sono a disagio. A un certo punto ho incontrato un amico dei tempi dell’agonismo che aveva aperto un circolo di canottaggio. Così, nel 2015 ho ripreso questa attività che mi permette di stare a contatto con la natura e con me stessa. Remare mi aiuta a meditare: quattro o cinque volte alla settimana esco in barca da sola alla mattina presto, rimango fuori un’ora e mezza e quando rientro mi sento un’altra persona. Il tempo che trascorro a bordo rappresenta un importante scarico mentale. In più, mi fa bene fisicamente e mi regala la consapevolezza di quello riesco o non riesco a fare. Ma non è tutto: l’allenamento riduce i disturbi del sonno ed è efficace anche nelle tecniche di rilassamento. Piano piano ho creato un gruppo di donne e, nel dicembre 2019, insieme abbiamo costituito l’associazione Rosaremo (www.rosaremo.org). Come squadra gareggiamo a livello nazionale. Inoltre, da due anni ci siamo aperte alle supporter e agli uomini. Difficilmente ci ritroviamo a parlare della malattia, ma dagli esordi qualche compagna l’abbiamo persa. Non è facile superare il lutto, certo. Però, questa esperienza continua ad arricchirmi».