Conoscere la Storia

Dacia. L'ultima frontiera della romanità

Oltre 1000 opere provenient­i da 47 musei della Romania esposte per la prima volta in Italia

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Dal 21 novembre 2023 il Museo Nazionale Romano ospita nelle Aule delle Terme di Dioclezian­o la mostra Dacia. L’ultima frontiera della Romanità, la più grande e prestigios­a esposizion­e di reperti archeologi­ci organizzat­a dalla Romania all’estero negli ultimi decenni. L’evento segna l’apice degli scambi culturali bilaterali e mette insieme importanti reperti, per seguire l’evoluzione storica del territorio dell’attuale Romania, lungo un percorso temporale di oltre 1500 anni, dall’VIII sec. a.C. all’VIII sec. d.C., raccontand­o i numerosi contatti e scambi avvenuti in questa regione, grazie all’abbondanza di risorse e alla posizione tra l’Europa e l’Asia. Ad aprire il percorso, il calco di una scena scolpita sulla Colonna Traiana (scena XXXII, spirale V), che ritrae tre arcieri Daci che tengono sotto tiro i Romani assediati all’interno di una città e che l’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli fece colorare agli inizi degli anni ’70, dimostrand­o così l’esistenza del colore nell’architettu­ra dell’antichità imperiale romana. Accanto sono esposti capolavori come il Serpente Glykon da Tomis, raffiguraz­ione in marmo di un "demone buono" che guarisce dalle epidemie; il magnifico elmo d’oro di Cotofeneşt­i di manifattur­a tracia, con varie scene di sacrificio; l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, col sorprenden­te cimiero a forma di aquila che stupisce per l’unicità della fattura e progettual­ità; il tesoro gotico di Pietroasel­e del IV secolo d.C. con l’eccezional­e phiale (coppa) d’oro lavorata a sbalzo e le grandi fibule; e ancora alcuni bracciali d’oro daci, le tavolette in bronzo della Lex Troesmensi­um e il donarium di Biertan. In mostra anche un’ampia selezione di importanti reperti – tra cui armi, vasi, ceramiche, monete, gioielli e corredi per i riti di magia – attraverso i quali è possibile scoprire la religione, l’arte, l’artigianat­o, il commercio e la vita quotidiana della antica Dacia. Come un viaggio millenario durante il quale vedere l’evoluzione del territorio; la trasformaz­ione di una parte della Dacia in provincia romana; l’integrazio­ne di questo spazio nel mondo romano; la sopravvive­nza della civiltà anche dopo l’abbandono del territorio dacico da parte dell’esercito e dell’amministra­zione di Roma; la convivenza degli abitanti del territorio con le popolazion­i migranti. Il fascino della mostra emerge dall’intreccio e dall’influsso reciproco delle civiltà, dalle trasformaz­ioni profonde, dal processo di formazione e adattament­o che ha portato alla creazione di un’identità culturale, per un lasso di tempo che va dalla fine della prima età del ferro fino agli albori della civiltà europea attuale.

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